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martedì 17 gennaio 2023

Blog Tour: “Il gatto e la bambina del ghetto” di Mala Kacenberg

Buongiorno Booklovers.
Oggi il blog partecipa al Blog Tour organizzato dalla mia amica Susy del blog I miei magici mondi, dedicato al romanzo di Mala Kacenberg intitolato Il gatto e la bambina del ghetto, pubblicato per noi Garzanti lo scorso 10 gennaio.


Nel banner potete trovare tutti gli argomenti e i blog che hanno preso parte all’evento.
Ad aprire questo Blog Tour è stata Ely di Il regno dei libri elencandoci cinque motivi per cui leggere il libro. Poi è toccato a Sara di Bookspedia, parlandoci del Gatto, un amico fedele. Ieri Lara di La nicchia letteraria si è concentrata sulla figura della protagonista, Mala. Io, questa tappa, vi parlerò del coraggio di andare avanti. Chiuderà l’evento Susy, domani, con la sua recensione.
Ringrazio Susy per aver organizzato questo bellissimo BT.
Ringrazio Garzanti per la copia digitale del romanzo in omaggio.


Titolo: Il gatto e la bambina del ghetto
Autore: Mala Kacenberg
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa straniera
Pagine: 264
Formato: e-book e cartaceo
Prezzo e-book: 9,99 €
Prezzo cartaceo: 16,90 €
Data di uscita: 10 gennaio 2023
Disponibile su Amazon (link di acquisto nel titolo)


Trama:

Polonia 1939.
Mala ha davanti a sé una casa vuota. La casa in cui ha vissuto e riso per dodici anni con i suoi genitori e i suoi fratelli ora è abitata solo da un’eco silenziosa. Come molti altri ebrei, anche la sua famiglia è stata deportata, e lei è l’unica a essere sfuggita ai rastrellamenti. Ma non è sola. Ha il cuore distrutto e ha finito le lacrime, ma accanto a lei c’è chi riesce a darle la forza di andare avanti e non mollare: è Malach, la sua bellissima gatta. Il suo nome significa «angelo», ed è proprio questo che diventa per Mala giorno dopo giorno: la guida attraverso le campagne intorno alla città dove delle famiglie le offrono cibo e riparo per la notte; la protegge per evitare che raggiunga la sua famiglia nei campi di sterminio. Ma non è facile per la ragazzina nascondersi, anche se Mala si è ribellata ai suoi aguzzini strappandosi la stella di David dal braccio: le sue radici, le sue tradizioni e la sua fede possono più di qualsiasi discriminazione. Anche con la vigile protezione di Malach, però, non arrendersi allo sconforto è difficile. Nella sua mente è ancora vivo il ricordo delle perdite che ha subito e dei divieti a cui è dovuta sottostare, primo fra tutti non poter più studiare e andare a scuola. Mala deve trovare la forza per sopravvivere. E la sua gatta è sempre con lei a ricordarle che ogni cosa è possibile anche se intorno è solo buio. Una storia vera che ha emozionato la stampa di tutto il mondo e scatenato un passaparola senza paragoni. Ci sono parole dal valore universale; ci sono messaggi la cui importanza non tramonta mai; ci sono testimonianze che non si deve smettere mai di ascoltare.



Il coraggio di andare avanti


Come avrete potuto intuire dal titolo e dalla trama, questo libro si unisce a tutti quei libri che parlano di ciò che sei milioni di ebrei hanno dovuto subire e patire durante l’Olocausto, il periodo più buio e atroce del Novecento, una ferita che non si rimarginerà mai anche se c’è chi, troppo spesso e con troppa superficialità, tende a voler dimenticare. Il mese di gennaio è il mese dedicato alla Memoria, alle vittime innocenti della Shoah in cui milioni di ebrei hanno perso la vita nei campi di sterminio per un’ideologia senza senso e, dal mio punto di vista, inconcepibile.
La storia di Mala Szorer è il racconto di una ragazzina polacca di dodici anni che ha avuto un’infanzia felice fino a quando l’ombra del Terzo Reich e della Seconda guerra mondiale non è arrivata anche a Tarnogród, una cittadina nel cuore della Polonia vicino a Lublino, in cui Mala e la sua famiglia vivevano.
Attraverso gli occhi di una bambina costretta a crescere troppo in fretta, ripercorriamo gli anni più difficili e dolorosi della vita di Mala, dal 1939 fino alla liberazione da parte degli Alleati della Germania e la conseguente della guerra in Europa e nel resto del mondo.
C’è un vecchio adagio che dice: «Gli altri possono anche temere ciò che porterà il domani, ma io devo raccontare al mondo quello che è successo ieri». La mia storia potrà sembrare fantastica o immaginaria, ma è assolutamente vera. È accaduta a me, nella mia vita, non secoli ma solo una breve generazione fa. Abbiamo il dovere nei confronti dei morti di mantenerne viva la memoria, rammentando al mondo che ha la responsabilità di non dimenticare mai. Perché per affrontare il futuro dobbiamo conoscere il passato.

Sin dalle prime pagine, mi sono resa conto di avere tra le mani un libro che merita di essere letto per la memoria storica che le pagine conservano. La storia di Mala è una storia tragica, unica sopravvissuta della propria famiglia che aveva “la colpa” di essere di religione ebraica.
Quando le truppe tedesche invadono la Polonia, la vita di Mala e della sua famiglia cambia in modo inesorabile, prima è costretta a non andare più a scuola, poi le famiglie vengono divise tra famiglie cristiane e non ed ecco che Mala è costretta a vivere nel ghetto. Il ghetto è un luogo pericoloso non solo per la costante presenza dei soldati tedeschi, ma anche perché il rischio di ammalarsi e non riuscire a guarire era altissimo, unito al fatto che tutte le famiglie all’interno del ghetto sono costrette a vivere in condizioni di estrema povertà. La vita di Mala subisce un’ulteriore svolta quando la sua famiglia viene deportata e lei, riuscita a scamparvi per miracolo, si ritrova improvvisamente sola eccetto per Malach, che in ebraico significa “angelo”, la sua bellissima gatta che le sta vicino e le dà la forza di non arrendersi e non cedere mai. La volontà di Mala è spesso messa a dura prova, la sua esistenza è un susseguirsi di fughe, nascondigli improvvisati, notti trascorse nei boschi alla bell’e meglio, sempre con la paura e l’angoscia di essere scoperta e uccisa oppure deportata nei campi di sterminio. Mala è una ragazzina intraprendente, sveglia e scaltra e grazie al suo coraggio e alla straordinaria forza di volontà, riesce a cavarsela non limitandosi a sopravvivere.
Sono tantissimi i pericoli che deve affrontare, in primis i soldati tedeschi ma non solo, anche le persone comuni possono diventare pericolose, perché se scoprissero che lei è ebrea potrebbero denunciarla e, di conseguenza, per lei non ci sarebbe più futuro.
Non riuscendo a dormire, rimasi tutta la notte seduta in poltrona a recitare i Tehillim. Continuavo a vedere quel boia davanti ai miei occhi, come se fosse stato lì accanto a me. Però ero contenta d’essere viva, e quella notte mi ripromisi di non arrendermi mai. Non avrei sprecato tempo, sarei uscita di nuovo a mendicare. Era un lavoro umile ma avrei imparato ad apprezzarlo, perché amavo portare da mangiare alla mia famiglia. Quella sarebbe diventata la mia gioia più grande.

Mala è l’emblema della resilienza perché non solo dimostra di riuscire ad affrontare e superare un momento di difficoltà, ma dimostra anche di riuscire ad adattarsi con una certa facilità alla realtà che la circonda. La presenza di Malach, per lei è fonte di grandissimo conforto, un vero e proprio angelo custode che la segue e la protegge avvisandola dei pericoli e restandola sempre accanto nel suo peregrinare che la porterà anche molto lontano da Tarnogród, dalla sua infanzia felice e dai ricordi che conserverà nella memoria fino alla fine dei suoi giorni.
La testimonianza di Mala è fondamentale non solo perché ha potuto denunciare gli orrendi crimini perpetrati dal regime nazista, ma anche perché è un modello da prendere in esempio per superare le difficoltà anche quando queste ci sembrano impossibili da affrontare.
Lungo il suo cammino, spesso Mala inciampa e cade, ma si rialza sempre, ancora e ancora. Si rifiuta di cedere e il suo approccio alla vita mi ha molto emozionato e mi ha spronato a riflettere non solo sulle nefandezze della guerra, ma anche sulla grandissima capacità che l’uomo ha di andare avanti. Se la mente non si perde nel dolore e nella disperazione è probabile che nemmeno il corpo lo faccia.
Il sostantivo coraggio deriva dal provenzale “cortage”, che è il latino volgar di “coratĭcum”, derivato dal tardo latino “coratu” forma popolare di “cor” ossia «cuore».
La sua definizione riportata dal dizionario Treccani è la seguente: “Forza d’animo nel sopportare con serenità e rassegnazione dolori fisici o morali, nell’affrontare con decisione un pericolo, nel dire o fare cosa che importi rischio o sacrificio”.
E, credetemi, Mala di coraggio ne ha in abbondanza, è riuscita ad aggrapparsi alla speranza, alla forza di volontà, alla voglia di vivere che non ha mai smesso di scorrere in lei, nemmeno quando tutto sembrava perduto. In questo percorso impervio e pericoloso, la presenza della gatta Malach è di vitale importanza per non cedere alla paura, al dolore e alla voglia di arrendersi perché ormai non ci sono più motivi per andare avanti. Insomma, Mala è davvero un esempio di quanto sia importante non mollare e gettare la spugna, cosa può esserci di più doloroso e tragico che vivere nella paura e nell’odio che il Terzo Reich ha gettato su tutta l’Europa?
La gente non nutriva più illusioni sul destino che l’attendeva, eppure io speravo ancora di sopravvivere. Mi sentivo profondamente viva, con una ferrea volontà di restare su questa terra.

Spero che la mia tappa vi sia piaciuta e spero di avervi invogliato a leggere Il gatto e la bambina del ghetto, la storia della piccola Mala e del suo angelo custode, la gatta Malach. Dal mio canto sono molto felice di aver avuto l’opportunità di leggere la preziosa testimonianza di Mala Szorer, una ragazzina di dodici anni sopravvissuta alla guerra, alla fame, alle difficoltà, all’odio e alla morte.
Leggendo questo libro è stato facile immaginare anche la vita del popolo ucraino oggi che da più di undici mesi vive sotto le bombe e gli attacchi dell’esercito russo. Perché la guerra è sempre sbagliata da qualsiasi punto la si guardi e quando i conflitti bellici finiscono non ci sono vincitori perché a perderci è l’intera umanità. Lo sanno bene gli ebrei che sono sopravvissuti all’Olocausto. Il 27 gennaio sarà il Giorno della Memoria, l’Italia ha formalmente istituito la giornata commemorativa, nello stesso giorno, alcuni anni prima della corrispondente risoluzione delle Nazioni Unite: essa ricorda le vittime dell'Olocausto, delle leggi razziali e coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici italiani nella Germania nazista. Abbiamo il dovere di ricordare per non permettere che nel presente e nel futuro le cause che hanno generato la Shoah si ripresentino di nuovo.



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