Le parole che tra poco trascriverò, le ho lette mentre stavo studiano un testo d'esame e mi hanno particolarmente colpito.
Si sta parlando di adozione, e in particolar modo di adozione internazionale, a scriverle è Albert Jacquard.
"Io non sono come gli altri. Certamente perchè il mio patrimonio genetico, frutto di una doppia combinazione è unico; unica anche l'avventura che ho vissuto. Quello che ho in comune con gli altri è la possibilità, a partire da ciò che ho ricevuto, di partecipare alla mia propria creazione. Però bisogna che si lasci la possibilità.
Grazie, genitori, per l'ovuolo e lo spermatozoo che contenevano tutte le indicazioni per costruire le sostanze che mi hanno formato.
Grazie, famiglia, per il cibo, il caloro, l'affetto che mi hanno permesso di crescere e strutturarmi.
Grazie a chi mi ha trasmesso con l'insegnamento le conoscenze lentamente accomulate dall'umanità da quando interroga l'universo.
Grazie a chi mi ha amato, per l'amore insostituibile. Ma sono io che devo completare l'opera, tocca a me posare la trave portante. Dimenticate quello che avreste voluto che io fossi. Non devo realizzare il sogno che avete fatto per me; sarebbe tradire la mia natura umana. Perchè io sia veramente umano, mi dovete un ultimo regalo: la libertà di divenire quello che ho scelto di essere."
Tratto da "Adozione Internazionale. Genitori e figli tra estraneità e familiarità"
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