Oggi partecipo al Review Party dedicato al romanzo di Simonetta Caminiti, intitolato Il Bacio, edito da Words Edizioni e uscito lo scorso 16 aprile.
Un romanzo intenso, pulito, che parla di crescita e di come, nell’adolescenza, la magia dell’attesa che qualcosa accada sia più importante della sua realizzazione.
Un romanzo intenso, pulito, che parla di crescita e di come, nell’adolescenza, la magia dell’attesa che qualcosa accada sia più importante della sua realizzazione.
Ringrazio la Words Edizioni per avermi fornito la copia digitale del libro.
Titolo: Il Bacio
Autore: Simonetta Caminiti
Editore: Words Edizioni
Genere: Narrativa di formazione
Pagine: 144
Prezzo e-book: 2,99 €
Prezzo cartaceo: 12,90 €
Data di uscita: 16 Aprile 2020
Disponibile su Amazon e su Kindle Unlimited (link di acquisto nel titolo)
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐
Trama:
La mia, come molte altre, è solo la storia di un bacio.
Il terzo millennio sta per arrivare. Scalcia pieno di aspettative anche alla porta di Diana, diciassettenne a Roma nel 1999. Diana, che vede nel suo riflesso allo specchio la Eleanor Rigby dei Beatles, confida i suoi segreti a una bizzarra suora laica e, perfino nella sua scarsa vita sociale in parrocchia, soffre l’ombra della sua sorella adottiva: Khady, metà senegalese, metà francese, troppo bella e troppo dolce per essere vera.
A vent’anni dal Duemila, Il Bacio è la storia di un primo amore decisamente fuori dagli schemi. Una storia quasi futurista di integrazione e conflitto, crescita, scoperta e incantesimo dell’attesa.
Il terzo millennio sta per arrivare. Scalcia pieno di aspettative anche alla porta di Diana, diciassettenne a Roma nel 1999. Diana, che vede nel suo riflesso allo specchio la Eleanor Rigby dei Beatles, confida i suoi segreti a una bizzarra suora laica e, perfino nella sua scarsa vita sociale in parrocchia, soffre l’ombra della sua sorella adottiva: Khady, metà senegalese, metà francese, troppo bella e troppo dolce per essere vera.
A vent’anni dal Duemila, Il Bacio è la storia di un primo amore decisamente fuori dagli schemi. Una storia quasi futurista di integrazione e conflitto, crescita, scoperta e incantesimo dell’attesa.
Recensione
Quando avevo diciassette anni, Eleanor Rigby ne aveva trentatré. La sua canzone intendo. Era il marzo 1999, e mi era venuto in mente di inventare una vita più precisa dell'ombra emaciata e illusa in cui l'avevano confinata i Beatles. La storia di un angelo – tale Eleanor R., la mia – che aveva disseminato il cielo di stelle.
Siamo alle soglie del Duemila, il Millennium bug si avvicina, e ognuno di noi sa che quando il vecchio secolo lascerà spazio a quello nuovo, niente sarà come prima e tutto, in fondo, resterà uguale.
La protagonista e voce narrante è Diana, una ragazza di diciassette anni introversa ma acuta, diffidente ma curiosa di scoprire la vita, l'amore, l'intensità di un bacio, di crescere e spiccare il volo. La canzone dei Beatles "Eleanor Rigby" come colonna sonora di un periodo che resterà per sempre impresso nella memoria.
Diana rappresenta una generazione prima dell'avvento massiccio della tecnologia, quando si mandavano sms e ci si collegava a internet con il 56k, quando il nuovo millennio spaventava, ma eccitava allo stesso tempo, quando aspettavi di diventare adulto, anche se, in fondo in fondo, ti sentivi ancora troppo piccolo per farlo.
Attraverso le sue parole, Diana ci racconta della sua famiglia, considerata da tutti un po' particolare, perché i pettegolezzi non conoscono età o periodo storico, del suo rapporto con la sorella maggiore Khady, adottata dalla sua famiglia quando Diana era piccola, e dei segreti che quella fata per metà senegalese e per metà francese, si porta dentro. Del suo crescere all'ombra di quella sorella irraggiungibile e bellissima, perfetta e complessa.
Ma, più di tutto, Diana è alla ricerca di un bacio, che le spalanchi definitivamente le porte all'età adulta, una sorta di rito di passaggio.
Il corpo che si sveglia e che ti chiama, la curiosità di esplorare nuove emozioni e di aprirsi all'amore in tutte le sue forme.
La protagonista e voce narrante è Diana, una ragazza di diciassette anni introversa ma acuta, diffidente ma curiosa di scoprire la vita, l'amore, l'intensità di un bacio, di crescere e spiccare il volo. La canzone dei Beatles "Eleanor Rigby" come colonna sonora di un periodo che resterà per sempre impresso nella memoria.
Diana rappresenta una generazione prima dell'avvento massiccio della tecnologia, quando si mandavano sms e ci si collegava a internet con il 56k, quando il nuovo millennio spaventava, ma eccitava allo stesso tempo, quando aspettavi di diventare adulto, anche se, in fondo in fondo, ti sentivi ancora troppo piccolo per farlo.
Attraverso le sue parole, Diana ci racconta della sua famiglia, considerata da tutti un po' particolare, perché i pettegolezzi non conoscono età o periodo storico, del suo rapporto con la sorella maggiore Khady, adottata dalla sua famiglia quando Diana era piccola, e dei segreti che quella fata per metà senegalese e per metà francese, si porta dentro. Del suo crescere all'ombra di quella sorella irraggiungibile e bellissima, perfetta e complessa.
Ma, più di tutto, Diana è alla ricerca di un bacio, che le spalanchi definitivamente le porte all'età adulta, una sorta di rito di passaggio.
Il corpo che si sveglia e che ti chiama, la curiosità di esplorare nuove emozioni e di aprirsi all'amore in tutte le sue forme.
È la storia di una generazione, i ragazzi del Millennium bug… È la tristezza leggera come un velo e invadente come l’odore dell’erba del parco in cui avviene il primo vero incontro tra i due: fragranze dal bosco in cui Cappuccetto rosso un giorno non troppo lontano incontrò il lupo.
Ho letto Il Bacio tutto d'un fiato, immergendomi completamente nelle parole di Diana, sentendola vicina ma, allo stesso tempo, lontana. Ho fatto un balzo indietro di vent’anni, ho ripensato al mio Millennium bug, al mio ultimo dell'anno del 1999, una vita fa eppure sembra solo ieri.
Diana è un personaggio limpido ma complesso come tutte le adolescenti di quell'età, alla continua ricerca di un suo posto nel mondo, di una sua dimensione e di un’identità che le calzi su misura.
È un'osservatrice acuta e attenta, descrive le emozioni e le persone come sono, come le vede.
Particolarmente interessante è il suo rapporto con Khady, il modo in cui ne parla senza mezze misure. Un rapporto di amore e odio senza malizia, Khady che conosce i loro genitori meglio di Diana stessa, che ha colto quelle sfumature che la protagonista non era ancora in grado di vedere.
C'è anche Lilia nella vita di Diana, la suora laica e anche sua confidente, il suo mentore, una donna originale e punto di riferimento per un animo inquieto e voglioso di sapere, conoscere, sperimentare.
E, infine, c'è Filippo il ragazzo che le fa battere forte il cuore, che le fa sentire le farfalle nello stomaco e che, a modo suo, le sconvolge la vita e gliela riempie. Un'amicizia che avanza così come avanza la fine del Novecento. Sarà Filippo che regalerà il tanto desiderato bacio alla nostra Diana?
Diana è un personaggio limpido ma complesso come tutte le adolescenti di quell'età, alla continua ricerca di un suo posto nel mondo, di una sua dimensione e di un’identità che le calzi su misura.
È un'osservatrice acuta e attenta, descrive le emozioni e le persone come sono, come le vede.
Particolarmente interessante è il suo rapporto con Khady, il modo in cui ne parla senza mezze misure. Un rapporto di amore e odio senza malizia, Khady che conosce i loro genitori meglio di Diana stessa, che ha colto quelle sfumature che la protagonista non era ancora in grado di vedere.
C'è anche Lilia nella vita di Diana, la suora laica e anche sua confidente, il suo mentore, una donna originale e punto di riferimento per un animo inquieto e voglioso di sapere, conoscere, sperimentare.
E, infine, c'è Filippo il ragazzo che le fa battere forte il cuore, che le fa sentire le farfalle nello stomaco e che, a modo suo, le sconvolge la vita e gliela riempie. Un'amicizia che avanza così come avanza la fine del Novecento. Sarà Filippo che regalerà il tanto desiderato bacio alla nostra Diana?
Il vento freddo mi attraversava come fossi aria; lo lasciavo spettinarmi tutta, avvilupparsi a me come un altissimo serpente. Come se le sue ossa si fossero squagliate, affascinate. Mi somigliava, mi apparteneva, proveniva da me, in qualche modo. Nulla era mai stato più dolce della sua cattiveria arresa, della sua lingua tra le viscere del mio viso. Del suo cuore che batteva fortissimo e che era corso da me, di soppiatto, scordandosi del mondo.
Con la sua prosa poetica, ricca di dettagli e similitudini, Simonetta Caminiti, accompagna il lettore in un viaggio nel tempo, alla riscoperta di quella visione del mondo che abbiamo avuto tutti, un’età particolare ricca di fascino e conflitto, quando facevi un passo avanti, ma ti sembrava di averne fatti due indietro. Quando tutto era semplice ma dannatamente complicato e difficile al tempo stesso.
Simonetta Caminiti mi ha completamente catturata con la sua penna affascinante e profonda, mi sono immersa nella lettura mentre ero in fila per andare a fare la spesa, e quando è arrivato il mio turno di entrare nel negozio, non volevo staccarmi da quelle pagine che si leggono in fretta ma che colpiscono l’anima nei punti giusti, con delicatezza e forza, restando impresse.
Sono molto contenta di averlo letto e ringrazio tantissimo la Words Edizioni per avermi dato la possibilità di farlo e, ovviamente, l’autrice per averlo scritto. Il Bacio non è un romanzo rosa, anche se ha sfumature di rosa, è un romanzo formativo che ti permette di riflettere e di porti delle domande. Leggere questo libro mi ha fatto bene per tanti motivi, la magia di un libro è anche nel suo saper arrivare al momento giusto, è per me lo è stato.
Simonetta Caminiti mi ha completamente catturata con la sua penna affascinante e profonda, mi sono immersa nella lettura mentre ero in fila per andare a fare la spesa, e quando è arrivato il mio turno di entrare nel negozio, non volevo staccarmi da quelle pagine che si leggono in fretta ma che colpiscono l’anima nei punti giusti, con delicatezza e forza, restando impresse.
Sono molto contenta di averlo letto e ringrazio tantissimo la Words Edizioni per avermi dato la possibilità di farlo e, ovviamente, l’autrice per averlo scritto. Il Bacio non è un romanzo rosa, anche se ha sfumature di rosa, è un romanzo formativo che ti permette di riflettere e di porti delle domande. Leggere questo libro mi ha fatto bene per tanti motivi, la magia di un libro è anche nel suo saper arrivare al momento giusto, è per me lo è stato.
Sopra ogni cosa – mi rendevo conto – se avessi dovuto chiedere a Babbo Natale o al signore dello spot Duemilaguri! un dono speciale… proprio non avrei saputo da dove cominciare. La cosa più banale al mondo? Affogare in un amore infinito e senza pietà?
Consiglio la lettura a coloro che hanno voglia di fare un viaggio nel passato e vedere il ciò che è stato con occhi diversi.
Praticamente io e la protagonista siamo coetanee. Bellissima la recensione. Sono curiosa e ho deciso che leggerò questo romanzo.
RispondiEliminaSono Silvia di Silvia tra le righe.
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