Buongiorno Booklovers.
In occasione della ristampa del celebre romanzo Via col vento scritto da Margaret Mitchell, edito dalla casa editrice Mondadori, Susy ed Ely hanno deciso di organizzare un bellissimo BlogTour al quale prendo parte con enorme piacere.
Banner realizzato da Francesca del blog Libri, libretti, libracci
Nella prima tappa, Sara del blog Bookspedia ha parlato dell’autrice; nella tappa di ieri, invece, Francesca del blog Libri, libretti, libracci ha parlato della storia di questo libro e di come Margaret Mitchell lo abbia scritto e ideato. Nella tappa di oggi, io vi parlerò di Rhett Butler. Domani Ely del blog Il regno dei libri parlerà, di Rossella O’Hara. Infine, lunedì, Chiara del blog Chiara in Bookland ci parerà dell’ambientazione e Susy, del blog I miei magici mondi metterà a confronto la versione cinematografica a quella cartacea.
Prima di iniziare a parlarvi di Rhett, ringrazio di cuore Ely e Susy per avermi coinvolta in questa bellissima iniziativa.
Titolo: Via col vento
Titolo originale: Gone with the Wind
Autore: Margaret Mitchell
Editore: Mondadori
Genere: Historical Romance
Data di uscita: 12 maggio 2020
Uscito per la prima volta in Italia nel 1937
Trama:
Rossella O’Hara è la viziata e capricciosa ereditiera della grande piantagione di Tara, in Georgia. Ma l’illusione di una vita facile e agiata si infrange quando i venti della Guerra Civile cominciano a spirare sul Sud degli Stati Uniti, spazzando via in pochi anni la società schiavista. Il più grande e famoso romanzo popolare americano narra così, in un colossale e vivissimo affresco storico, le vicende di una donna impreparata ai sacrifici che riesce tuttavia ad affrontare e superare ogni sorta di avversità. E soprattutto la sua lunga, travagliata ricerca dell’amore e la storia impossibile con l’affascinante e spregiudicato Rhett Butler.
Rhett Butler
Sono sicura che se pensate a Rhett Butler il volto che immaginate immediatamente è quello di Clark Gable
Ma vediamo di conoscere meglio il suo personaggio.
Ma vediamo di conoscere meglio il suo personaggio.
Rhett Butler è uno scaltro e affascinante avventuriero, irriverente e con una pessima reputazione. È stato, infatti, espulso da West Point e non è ricevuto da nessuna famiglia che abbia buona reputazione a Charleston e, probabilmente, in tutto il Sud Carolina.
Dopo essere stato rinnegato dalla sua famiglia, è diventato un giocatore di professione, ha partecipato alla corsa all'oro, in California, dove si è guadagnato anche una coltellata. Sembra amare sua madre e sua sorella Rosemary, ma ha un rapporto contraddittorio con suo padre che non si risolve mai.
Nonostante sia stato cacciato da West Point, la sua educazione è perfetta: è un uomo di mondo, sa come comportarsi in società ed ha una buona cultura.
Sin dal momento in cui facciamo la sua conoscenza, intuiamo quanto sia affascinante e avvolto da una sorta di alone di mistero. È indubbiamente molto ironico, acuto, sicuro di sé e le sue idee sono anticonvenzionali.
Mi sono chiesta spesso come mai Rossella non si innamori di lui e non dimentichi una volta per tutte Ashley.
Con il suo carattere pungente, spesso sconsiderato e leggero, si comporta da perfetto mascalzone, dicendo o facendo sempre il contrario di quello che si potrebbe pensare, così che non si capisce mai a cosa veramente miri e non gli interessa ciò che la gente pensa di lui.
Ha una visione realistica delle possibilità dei confederati nella guerra, tuttavia decide di unirsi all'esercito confederato, ma solo dopo la sua sconfitta ad Atlanta, e quando la "causa" è già persa.
Mi sono chiesta spesso come mai Rossella non si innamori di lui e non dimentichi una volta per tutte Ashley.
Con il suo carattere pungente, spesso sconsiderato e leggero, si comporta da perfetto mascalzone, dicendo o facendo sempre il contrario di quello che si potrebbe pensare, così che non si capisce mai a cosa veramente miri e non gli interessa ciò che la gente pensa di lui.
Ha una visione realistica delle possibilità dei confederati nella guerra, tuttavia decide di unirsi all'esercito confederato, ma solo dopo la sua sconfitta ad Atlanta, e quando la "causa" è già persa.
Le sembrò tutt’altro che giovane, almeno trentacinque anni; alto e ben costruito. Rossella si disse che non aveva mai visto un uomo con le spalle così larghe e con muscoli così vigorosi, quasi troppo vigorosi per un signore. Quando lo sguardo di lei incontrò il suo, egli sorrise mostrando una dentatura candida da animale da preda sotto i baffi neri tagliati corti.
Era bruno di pelle, abbronzato come un pirata, ed i suoi occhi erano arditi e neri, appunto come quelli di un pirata che abborda una galera per depredarla, o una fanciulla per rapirla. Il suo volto era freddo e indifferente e la bocca aveva un’espressione cinica mentre egli sorrideva.
E Rossella trattenne il fiato. Sentiva che quello sguardo era insultante e si irritava di non sentirsi insultata.
Ciò che colpisce in Rhett è la sua visione molto realistica della vita e della natura umana; è indubbiamente innamorato di Rossella, riesce a leggerle nell’animo e la conosce meglio di qualsiasi altro. È l'unico con cui Rossella si trova in sintonia, perché sono sostanzialmente fatti della stessa pasta.
Onestamente ho sempre sperato che Rossella si fosse ravveduta prima, riuscendo a vedere in Rhett l’uomo che potesse renderla felice. L'amore che lui ha provato per lei è indubbiamente sincero e inteso, lo dimostra il fatto che abbia sempre cercato di fare il massimo per lei
Onestamente ho sempre sperato che Rossella si fosse ravveduta prima, riuscendo a vedere in Rhett l’uomo che potesse renderla felice. L'amore che lui ha provato per lei è indubbiamente sincero e inteso, lo dimostra il fatto che abbia sempre cercato di fare il massimo per lei
Vi amo, Rossella, perché ci somigliamo tanto; rinnegati, tutti e due, e profondamente egoisti. A nessuno di noi due importa che il mondo vada in rovina, purché noi ci salviamo.
Anche se appartiene solo alla versione cinematografica, resterà per sempre celebre la frase pronunciata da Rhett alla fine del film: “Francamente, me ne infischio” e, a questo proposito, vi voglio lasciare una piccola curiosità.
In lingua originale la frase è questa “Frankly, my dear, I don't give a damn” (letteralmente significa: francamente, mia cara, non me ne frega niente) e la presenza della parola “damn” che vuol dire “dannazione”, rendeva la frase troppo dura per l’epoca e creò molti imbarazzi agli sceneggiatori che tentarono di trovare decine di soluzioni alternative.
Su richiesta del produttore David O. Selznick andava cambiata: troppo a rischio censura.
Venne rielaborata in vari modi: da “I don’t give a hoot” a “I don’t give a whoop”; da “I just don’t care” a ”i am completely indifferent”. Alla fine il cambiamento non avvenne e rimase l’originale che poi passò alla storia.
Venne rielaborata in vari modi: da “I don’t give a hoot” a “I don’t give a whoop”; da “I just don’t care” a ”i am completely indifferent”. Alla fine il cambiamento non avvenne e rimase l’originale che poi passò alla storia.
Che bello questo post, adoro questo film e la loro storia
RispondiElimina