sabato 23 gennaio 2021

Recensione: “Le campane di San Pietroburgo” di Jessica Marchionne

Buon sabato Booklovers, oggi ho il piacere di parlarvi del romanzo d’esordio di Jessica Marchionne, intitolato Le campane di San Pietroburgo e pubblicato da Words Edizioni lo scorso 18 gennaio.
Un Fantasy Storico davvero particolare e molto bello, scritto magistralmente e che porta il lettore a conoscere due personaggi veramente belli.

Ringrazio la Words Edizioni per la copia digitale del romanzo in omaggio.


Titolo: Le campane di San Pietroburgo
Autore: Jessica Marchionne
Editore: Words Edizioni
Genere: Fantasy Storico
Pagine: 120
Prezzo e-book: 2,99 €
Prezzo cartaceo: 12,90 €
Data di uscita: 18 gennaio 2021
Disponibile sua Amazon e Kindle Unlimited (link di acquisto nel titolo)

Voto: ⭐⭐⭐⭐ 1/2

Trama:

Viktor è solo un bambino quando riceve in dono dal fratello Ivan un diario, a suo dire, capace di realizzare tutto quello che vi viene scritto: è così che esprime il desiderio di diventare Zar. Ma la sua vita, nel pieno della prima grande guerra, è destinata a essere stravolta: viene venduto dal padre a uno strano uomo di nome Gavril, segnato dalla perdita di moglie e figli. Di loro gli resta solo un orologio fermo, che all’improvviso riprende a ticchettare con l'arrivo di Viktor. Quando Palazzo d’Inverno viene attaccato, però, tutto sembra perduto ancora una volta. Anni dopo, Viktor incontrerà Anastasia Romanov, e insieme a lei, dopo essere diventato Zar, riconquisterà la città fino all’avvento di Stalin. Ma ecco che, quando le campane di San Pietroburgo risuoneranno, il diario rivelerà ancora una volta la sua magia. E cosa ne sarà di Gavril, legato a quell’orologio che segna il tempo in bilico tra la vita e la morte?

Nella Russia di Lenin e Stalin, della fierezza imperiale dei Romanov, tra la neve, le rose e il sangue "Le campane di San Pietroburgo" mescola realtà e finzione, storia e fantasia, in un intreccio ricco di avvenimenti e colpi di scena.



Recensione


Amo i romanzi storici e la storia in generale, inoltre anche il genere fantasy mi piace tantissimo, così quando mi sono imbattuta nella trama di questo libro, ho immediatamente deciso che lo avrei letto. Il risultato è stato veramente incredibile, Jessica Marchionne mi ha regalato una lettura velata di grande malinconia ma che mi è piaciuta moltissimo. Un solo libro ma due storie, quella di Viktor e Gavril. Ci troviamo in Russia, a San Pietroburgo agli inizi del Novecento, in un clima di grande cambiamento e rivolte.

Il giorno del suo compleanno il giovane Viktor riceve in regalo, da suo fratello Ivan, un diario che pare essere magico, può, infatti, realizzare tutto quello che viene scritto sulle sue pagine. Il più grande desidero di Viktor è diventare il nuovo Zar. Purtroppo le cose cambiano inesorabilmente quando il piccolo viene venduto a Gavril, un uomo profondamente segnato dalla perdita della moglie e del figlio.
Hanno molto in comune Viktor e Gavril, entrambi conoscono la solitudine e il dolore della perdita. L’ultimo oggetto che Viktor ha dell’amato fratello è un diario, mentre a Gavril tutto quello che resta del figlio è un orologio. Quando il Palazzo d’Inverno viene attacco, tutto sembra definitivamente perso: lo zar è morto e con lui tutta la sua famiglia. Anni dopo, però, Viktor incontra Anastasia Romanov e insieme riconquistano la città, almeno fino all’avvento di Stalin. Quale sarà il destino di Viktor e Gavril? Cosa rappresentano veramente il diario e l’orologio?
«Quello che siamo adesso è ciò che ci ha portato il passato. Penso che se siamo tristi per qualcosa che ci è accaduto, l’unica cosa da fare sia tornare nel passato e aggiustare le cose.»
Sorrisi. «Magari fosse così semplice tornare indietro.»

Se dovessi trovare tre aggettivi per descrivere Le campane di San Pietroburgo sceglierei: magico, malinconico e sorprendente.
Jessica Marchionne, prendendo spunto da fatti storici realmente accuditi, è riuscita a dare vita a un romanzo davvero speciale, che ha in sé quel pizzico di magia che emoziona e sorprende. Fantasia e realtà si mescolano tra loro, portando il lettore a compiere un viaggio in un’epoca lontana che ha segnato per sempre la storia della Russia e del mondo. Il richiamo, poi, ad Anastasia, la piccola principessa perduta mi è piaciuta tantissimo.
Con poche e semplici pennellate l’autrice ha saputo dare molto fascino ai due protagonisti. Come accennavo all’inizio del post, il libro è sostanzialmente diviso in due parti: la prima dedicata a Viktor e la seconda a Gavril. Mi sono piaciuti moltissimo entrambi.
Conosciamo Viktor da bambino, impariamo a volergli bene e a vedere in lui tutte quelle potenzialità che possiede e di cui solo Ivan, il fratello maggiore, pare esserne conscio.
La vita di Viktor non è semplice e parte di essa resta avvolta da una sorta di mistero e non tutte le domande trovano risposta. Quando il padre lo vende a Gavril, capiamo immediatamente quanto i due si somiglino, profondamente segnati dal dolore della perdita.
Gavril, infatti, ha perso la moglie e il figlio e la sua vita, da quel momento in poi, non è più stata la stessa. La speranza si riaccende quando Viktor entra nella sua vita.
Non posso rivelarvi molto altro della trama perché rischio di fare spoiler, ma sappiate che mi sono sentita profondamente turbata dalla storia di entrambi e, forse, è proprio per questo che mi è piaciuta tanto.
Che cosa stavo facendo a quell’ora? si chiese ancora. In quell’ora maledetta che ormai non sarebbe mai più stato in grado di recuperare. Nessun orologio avrebbe mai dovuto segnarla o annunciarla con un suono.

Lo stile di scrittura di Jessica Marchionne è pulito, scorrevole e molto evocativo. Sa far sorridere e commuovere. La magia che si respira tra le pagine del romanzo è lieve e delicata, a colpire davvero è la Storia, con il suo corso e le sue leggere deviazioni. Si nota benissimo il grande lavoro fatto dall’autrice, un lavoro di ricerca storica meticoloso e attento, ricco di dettagli che affascinano il lettore. E si nota non solo l’impegno ma anche il grande amore per la Russia e le sue vicende che l’autrice prova.
Le pagine corrono veloci e la trama si snoda in modi imprevisti, portando sorprese, colpi di scena e quella sottile malinconia che mi ha abbracciato nel corso di tutta la lettura. Più e più volte mi sono ritrovata con il volto bagnato dalle lacrime, la storia di Viktor e Gavril non lascia indifferenti.
Mi è piaciuto moltissimo il valore simbolico che acquisiscono il diario e l’orologio. Alcune domande restano senza risposta e altrettante questioni rimangono aperte, viene naturale chiedersi se ci sarà un seguito. A me piacerebbe moltissimo. Non posso non ringraziare l’autrice per aver condiviso con noi il suo piccolo gioiello. Un esordio stupendo e spero di leggere presto altri suoi romanzi.
Ricorda… tu non sei mai stato solo. Ogni cosa che qui è stata scritta si avvererà e ti prometto che noi finalmente ci rivedremo. Ogni dolore cesserà. Ogni pianto. Ogni sconforto. E allora noi saremo di nuovo insieme. Quando suoneranno le campane di San Pietroburgo.

Prima di salutarvi mi sento di consigliare la lettura di Le campane di San Pietroburgo a coloro che credono nella magia, che amano la storia e i suoi misteri.
Buona lettura.

Voto



1 commento:

  1. Se non avessi già letto questo libro ne sarei subito convinta grazie alle tue bellissime parole bravissima Catia migliori sempre di più

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