sabato 21 dicembre 2019

Blog Tour "Chiamami con il mio nome" di Mariangela Camocardi - Sempre sottomessa... la donna nel 1800


Buon sabato Booklovers, oggi partecipo al Blog Tour dell'ultimo romanzo di Mariangela Camocardi intitolato Chiamami con il mio nome ed edito da Dri Editore. Un Regency davvero bello e di cui vi parlerò nella mia recensione tra qualche giorno.
Nel post di oggi, prentendo spunto dal meraviglioso libro della Camocardi, vi parlerò del ruolo della donna nell'Ottocento.
Ne approfitto per ringraziare Silvia del blog LeggoAncoraDieciMinuti per avermi coinvolta in questo interessantissimo evento.

Titolo: Chamami con il mio nome
Autore: Mariangela Camocardi
Casa Editrice: Dri Editore
Genere: Historical Romance / Regency
Pagine: 260
Prezzo e-book: 2,99 €
Prezzo cartaceo: 14,99 €
Data di uscita: 9 dicembre 2019
Disponibile su Amazon e su Kindle Unlimited (link d'acquisto nel titolo)


Trama:

Calais. Francia. 1819.

Deryl Ashley, visconte di Brentwood, si reca a Dover ad accogliere Mabel, la sua promessa sposa, scoprendo che la nave su cui era imbarcata è colata a picco durante una violenta tempesta. Tra i pochi superstiti, fortunatamente, la sua fidanzata... o forse no? A bordo c’erano i baroni Montorsi, genitori di Mabel, e Melissa, la cameriera personale. Chiunque sia, la ragazza sopravvissuta ha perso la memoria a causa dello choc dovuto al naufragio e non ricorda nulla del passato, neppure la propria identità. Chi è dunque, Mabel Montorsi o Melissa Donati? Un interrogativo che non cesserà di opprimerla.
Un amore nascente, una domanda a cui trovare risposta e insidie imprevedibili ostacoleranno i piani del visconte, che si troverà combattuto tra l'onore e il sentimento.


Sempre sottomessa... la donna nel 1800


"Orgoglio e pregiudizio" regia di Joe Wright

Le donne del 1800 hanno avuto un ruolo marginale nella società, godevano di pochi e limitati diritti. Non potevano scegliere chi sposare, né disporre liberamente di denaro o di beni mobili e immobili. Anche nel caso una donna fosse stata proprietaria di numerosi beni, questi erano sempre sotto la stretta amministrazione della famiglia d’origine o del marito.
La donna quindi non era un soggetto autonomo, il padre ed in seguito il marito, erano responsabili legalmente per lei e ad entrambi doveva onore e obbedienza. Padre e marito facevano da filtro fra lei e la dura realtà del mondo esterno. Il dovere di un padre era di provvedere alla figlia fino al momento del matrimonio,quando sarebbe stato poi il marito a controllare i suoi figli, la sua residenza ed i suo modo di vita.
Le donne erano tagliate quasi completamente fuori dal mondo del lavoro: le uniche donne che lavoravano erano quelle che vivevano forti situazioni di disagio economico, le donne delle classi più basse, che per nutrire i loro figli erano disposte ad accettare anche condizioni di lavoro disumane. Le donne dell’epoca iniziarono a lavorare per ore e ore nelle prime fabbriche tessili inglesi, sottopagate e senza alcuna tutela di tipo sindacale.

"La soirée" di Vittorio Reggianini
Nell’alta società inglese, le donne non lavoravano, ma dovevano seguire degli obblighi ben precisi e codificati. Combinare un buon matrimonio era l’obiettivo primario di ogni famiglia bene dell’epoca e una donna doveva dare il massimo per essere sposa e madre eccellente. L’istruzione femminile era finalizzata in vista del matrimonio. Le ragazze imparavano tutto quello che dovevano sapere sulla gestione domestica, ma dovevano coltivarsi anche come dame dal gran prestigio sociale.
In Italia, presso le famiglie aristocratiche, era ancora diffusa l’usanza di affidare le ragazze, per l’educazione e l’istruzione, ai collegi religiosi. In altre parti d’Europa si diffondeva l’educazione laica. Ma anche in questi ambienti, si riteneva che le ragazze dovessero diventare mogli e madri e dovessero saper governare la casa, secondo le consuetudini.

A metà Ottocento, le situazioni di vita delle donne sono così varie che è impossibile tracciare un quadro unico.
Nelle campagne dell’Italia settentrionale, ad esempio, vigeva la tradizione della famiglia patriarcale. Le mogli dei figli vivevano nella casa dei genitori del marito, con le famiglie degli altri figli. Le donne vivevano sottomesse alla suocera e tutte lavoravano nella casa e nei campi. In Francia, in ambiente borghese, le donne collaboravano con i mariti commercianti e negozianti e si
dedicavano poco alla casa, che era affidata alle domestiche.
Con la rivoluzione industriale le donne operaie lavoravano fuori casa, mentre le donne borghesi ritornarono alla conduzione della famiglia. Si occupavano dell’educazione e degli studi dei figli, di solito numerosi, ma con una nuova autorità ed autonomia. Si dedicavano a rendere l’ambiente domestico più ricercato e lussuoso, tenevano il bilancio delle spese casalinghe.

"Ragione e sentimento" regia di Ang Lee
Fu proprio il lavoro a cambiare la vita delle donne e nell’Ottocento esse iniziarono a rivendicare pari dignità e diritti con gli uomini. Molte continuarono a lavorare in attività tradizionali, ma si ampliarono i settori dell’artigianato che erano considerati più adatti al gusto femminile. Pur sempre poco remunerate, le donne della piccola borghesia si dedicarono alle miniature, agli smalti, alle porcellane, al ricamo.
Verso la metà del secolo, si verificò un altro fenomeno, che fu motivo di osservazione e di discussione in Francia e in Inghilterra. Le donne sole, che tradizionalmente rimanevano presso la famiglia di origine, si spostarono numerose nelle città, per entrare nel mercato del lavoro.
Le attività che si offrivano a queste ragazze erano limitate. Per la maggior parte, le donne di campagna trovavano un posto di lavoro come domestiche e rimanevano spesso per tutta la vita a servizio di una famiglia. Le ragazze di ceto sociale piccolo borghese diventavano istitutrici e governanti nelle case signorili.

La crescita economica delle società europee moltiplica dunque le opportunità per le giovani donne di conquistare una propria indipendenza economica temporanea, e per le ragazze dei ceti medi urbani cresce notevolmente la libertà di movimento sociale, con la diffusione di locali pubblici per il ballo e delle attività sportive.
Finalmente qualcosa inizia a cambiare e, aggiungendo a tutti questi processi la diffusione generalizzata degli ideali di libertà e di uguaglianza rispetto al sesso maschile, nascono, intorno alla fine dell’800 e agli inizi del’900, i primi movimenti femministi.

Partigiane a Firenze nel 1944
Le donne cominciarono a lavorare e a capire di essere valide tanto quanto gli uomini, soprattutto durante le due guerre mondiali, quando dovettero sostituire nei loro compiti gli uomini, chiamati a combattere. Così in Italia nel 1946 arrivarono i primi riconoscimenti: le donne votarono per la prima volta, nel 1948 la Costituzione stabilì l’uguaglianza tra i sessi e nel 1975 una legge decretò la parità di diritti tra marito e moglie. La donna oggi è lavoratrice e cittadina, non può più quindi sottostare al potere dell’uomo e la sua forza lavoro, da sempre esistita nella storia, ma non sempre riconosciuta, oggi ha un importante peso in piena società industrializzata, soprattutto da un punto di vista economico e produttivo. La donna di oggi riesce ad essere lo specchio del passato, ma anche la proiezione nel futuro.

Tuttavia, la donna è ancora soggetta a episodi di disuguaglianza come la differenza di salario in ambito lavorativo e politico.
Esistono zone del mondo, in Oriente, in cui la donna è considerata ancora come un oggetto e non ha libertà come le donne occidentali. Ad esempio in Iran e in altri Paesi orientali la donna è costretta a indossare capi che le coprono il volto e non può uscire o guidare se non accompagnata dal proprio marito.
I rapporti di Amnesty International sono testimonianze di innumerevoli casi di stupro, di uccisioni, di donne vendute o comprate, di mutilazioni genitali, e di privazioni in genere di tutti i diritti base della vita umana quali ad esempio il diritto di esprimersi, di studiare, di scegliere e più in generale di manifestare la propria sessualità... Pertanto la situazione della donna se vista in prospettiva "planetaria" deve lavorare molto perché le conquiste dell'occidente, si estendano alle altre parti del mondo.


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