giovedì 23 gennaio 2020

Blog Tour: "La campana in fondo al lago" di Lars Mytting

Buongiorno carissimi Booklovers, oggi ho il piacere di partecipare al Blog Tour del libro di Lars Mytting, intitolato La campana in fondo al lago, edito da DeA Planeta e che potete trovare in tutte le librerie.
Un romanzo che mi ha affascinato e commosso, per questo motivo vi consiglio di leggerlo e di lasciarvi trasportare in un’altra epoca, in una terra fredda e lontana in cui le tradizioni e le credenze sono parte integrante del suo fascino senza tempo.

Grafica a cura di Susy - I miei magici mondi

Prima di parlarvi del mio argomento, vi lascio qualche info del libro e alla fine del post troverete un banner con tutte le tappe del BlogTour, il mio consiglio è di recuperarle tutte in modo da avere un quadro generale e ben definito di questo meraviglioso romanzo.
Ringrazio la DeA Planeta per la copia omaggio del libro.
Inoltre ringrazio anche Susy ed Ely per avermi coinvolta in questo interessantissimo Blog Tour.

Titolo: La campana in fondo al lago
Autore: Lars Mytting
Casa Editrice: DeA Planeta
Genere: Narrativa
Pagine: 480
Data di uscita: 21 gennaio 2020
Disponibile su Amazon sia in cartaceo che in digitale (link di acquisto sul titolo)


Trama:

Norvegia, 1879.
 
Nel piccolo villaggio di Butangen sorge una chiesa dalla bellezza austera e sublime. È un’antica stavkirke, interamente costruita in legno e intrisa di memoria, di leggende e di magia. È qui – tra i banchi spolverati di neve e un freddo capace di gelare il midollo – che un tempo si poteva ammirare l’ultimo arazzo tessuto dalle dita instancabili di Halfrid e Gunhild Hekne, gemelle siamesi unite “per la pelle” dalla vita in giù. Ed è sempre qui che le campane realizzate dal padre in loro onore rintoccano da sé, misteriosamente, ogni volta che una minaccia incombe sulla valle… Fino al giorno in cui il nuovo pastore decide di disfarsene nel nome del progresso e delle proprie ambizioni. Ma il reverendo non ha fatto i conti con Astrid Hekne, indomita discendente di Halfrid e Gunhild, disposta a tutto, anche all’inganno, pur di difendere le “sue” campane e sfuggire a un futuro che sembra già scritto. Mirabolante intreccio di storie, epoche e destini, La campana in fondo al lago è il nuovo, celebrato romanzo di uno degli scrittori scandinavi più amati e talentuosi. Un omaggio vibrante allo “stupore dei tempi andati” e al fascino di una terra aspra e bellissima.


Ciò che adoro dei Blog Tour è la possibilità di potermi soffermare su un aspetto specifico del libro, al di là della trama. Per quanto riguarda la mia tappa di oggi, ho il piacere di potervi parlare del ruolo che le gemelle Halfrid e Gunhild Hekne e di conseguenza le “Campane Sorelle” hanno nel libro.
Le gemelle Halfrid e Gunhild, vengono alla luce dopo un parto difficile, sono gemelle siamesi unite “per la pelle” dalle anche in giù. Appartenevano alla famiglia Hekne, dell’omonima fattoria e, data la loro condizione, furono messe a lavorare al telaio verticale, con il quale realizzavano arazzi incredibili dai motivi misteriosi e bellissimi.
Quando le gemelle divennero adolescenti una delle due si ammalò, il padre pregò il signore che morissero assieme e così avvenne. Le ragazze furono seppellite sotto al pavimento della chiesa e il padre delle due gemelle, Eirik Hekne, fece fondere due campane in loro ricordo, che furono chiamate le “Campane Sorelle”, e che producevano un suono di un’intensità e profondità incredibili, arrivando a risuonare fino ai tre villaggi vicini a quello di Butangen.
Le Campane Sorelle, donate dalla famiglia Hekne alla chiesa, divennero così il simbolo non solo della stavkirke, una chiesa fatta in legno molto antica, ma anche dell’intero villaggio. Grazie al loro inconfondibile suono, risuonarono sul villaggio per tantissimo tempo, per i vivi, per i malati, per i defunti, i matrimoni, insomma per qualsiasi motivo, sia legato a funzioni religiose che non. Perché le Campane Sorelle avevano anche la funzione di segnalare un pericolo imminente, e rimasero al sicuro nel loro campanile fino all’anno 1880, quando assieme al villaggio subirono gli effetti di cambiamenti e volontà inflessibili.
Cosa succederà alle Campane Sorelle quando in nome del progresso e dell’innovazione la loro sorte sarà messa in pericolo? Per scoprirlo non vi resta che leggere questo meraviglioso libro.

Campane nella Cattedrale di San Pietro e Paolo a San Pietroburgo
Tutta la storia narrata in La campana in fondo al lago, ruota attorno alla figura delle Campane Sorelle, due campane fatte in argento ma che brillano come oro. Così, mentre m’immergevo sempre di più nella storia grazie alla scrittura scorrevole, precisa e mai noiosa di Lars Mytting, mi sembrava veramente di sentire il rintocco delle campane. E così mi sono chiesta: “da quanto tempo non ascolto il suono unico e inconfondibile delle campane?”. La risposta mi ha spiazzata: da tanto, troppo tempo.
In questa società sempre frenetica e piena d’inquinamento acustico il suono delle campane è pressoché sparito, sempre più raramente mi capita di sentirlo anche perché non vivo molto vicino a una chiesa ma questo, nel passato, non è mai stato un problema.
Ricordo, quando ero ragazzina, che i rintocchi delle campane scandivano la giornata, non solo perché indicavano l’ora ma anche perché richiamavano i fedeli alla messa o a qualsiasi altra funzione religiosa.

La storia della campana affonda nei tempi antichi. Pare che fosse già costruita e utilizzata in oriente tremila anni prima di Cristo, il che significa che è uno strumento con circa 5000 anni di storia.
Sin dalla loro origine le campane sono sempre state legate a rituali magici e religiosi. Con il loro tintinnio esse assolvevano funzioni protettive ed evocative delle divinità, con lo scopo di allontanare le forze del male e avvicinare quelle del bene.
Campana dei Caduti di Rovereto
Nella cultura Occidentale la campana ha avuto un ruolo fondamentale come simbolo di cristianità. La campana della chiesa, oltre a radunare i fedeli, è destinata ad allontanare il maligno e ad attirare l'attenzione e la protezione di Dio. A essa è attribuita una ricca e suggestiva simbologia.
L'usanza di incidere simboli e iscrizioni in rilievo si sviluppa durante il Medioevo, sempre come elemento medianico e protettivo. Durante questo periodo la campana svolse funzioni di raduno e d’incitamento alla battaglia, assumendo un chiaro significato di forza e potere, sia per la sua natura metallica, sia per il suono prodotto.

La più antica campana in Europa, risalente al 613 d.C., si trova al Museo Civico di Colonia ed è in ferro.
In Italia il primo esempio di bronzo è la piccola campana ritrovata a Canino presso Viterbo, il periodo della sua realizzazione, però, resta sconosciuto.
Le campane più antiche dell’Emilia si trovano a Ravenna sul campanile S. Giovanni Evangelista. Furono fuse da Roberto Sansone nel lontano 1208 e si chiamano Marzia (oggi lesionata e quindi muta) e Berta.
Le campane oltre che segnare lo scorrere del tempo scandivano la vita dei paesi, grazie al loro suono parlavano alle persone. Questa “lingua” aveva il potere di chiamare a raccolta un intero paese a qualsiasi ora e il diverso ritmo e suono annunciava gioie, dolori, morte e minacce imminenti, insomma, scandiva l’esistenza della gente.
Nei giorni nostri, purtroppo, le cose sono cambiate e le campane hanno perso buona parte della loro importanza e della loro magia, la modernità le ha portate a essere vituperate e talvolta anche ingiustamente accusate di “inquinamento acustico” e nessuno riesce più ad ascoltarle soffocate dal frastuono delle auto.


Cosa ne pensate di questa tappa? Ho un po’ stimolato la vostra curiosità? Spero di sì, così come spero che vi sia venuta voglia di leggere questo interessantissimo libro, io ve lo consiglio caldamente perché mi è piaciuto veramente molto.

Vi lascio il banner con le tappe passate e future, alla prossima!



2 commenti:

  1. Che bello questo post Catia!
    Ti sei lasciata traspotare ed è evidente e siccome questo succede quando un tema ci piace particolarmente mi fa ancora più piacere perchè vuol dire che il libro ti è piaciuto molto e sono contenta di averti avuta a bordo di questa avventura.
    Bravissima per questa tappa

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    1. Grazie infinite Susy, sono contenta che il post ti sia piaciuto, avevo paura che fosse noioso. Alla fine sono contenta, perché per scrivere il post ho scoperto nuove cose interessanti. Inoltre il libro mi è veramente piaciuto e sono doppiamente felice di averlo letto!

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