lunedì 11 maggio 2020

Recensione: “Faccio la badante” di Eleonora Aldani

Buongiorno Booklovers,
oggi ho il piacere di parlarvi di Faccio la badante – Storie vere da testimonianze di donne dell’Est europeo scritto da Eleonora Aldani e edito da Cordero Edizioni.
Un libro che ci racconta uno spaccato di vita vera, di donne spesso costrette ad abbandonare affetti e famiglia alla ricerca di un futuro migliore in Italia.

Ringrazio la casa editrice per la copia ARC del libro.

Titolo: Faccio la badante - Storie vere da testimonianze di donne dell’Est europeo
Autore: Eleonora Aldani
Editore: Cordero Edizioni
Genere: Saggistica
Collana: Scarlatta
Pagine: 245
Prezzo e-book: 3,99 €
Prezzo cartaceo: 12,50 €
Data di uscita: aprile 2020
Disponibile su Amazon (link d’acquisto nel titolo)

Voto: ⭐⭐⭐⭐

Trama:

Il libro racconta storie vere di donne dell’Est europeo che, al di là della ragione per cui si trasferiscono in Italia, affrontano la dura esperienza di fare la badante. Alcune vanno incontro all’incertezza di un viaggio spesso pieno di insidie per fuggire dalle ristrettezze provocate dal crollo dei regimi comunisti e darsi la possibilità, in terra straniera, di guadagnare abbastanza, da inviare denaro alle famiglie bisognose, rimaste a casa… come Zorina, Oksana, Svetlana, Clara. Tatiana, invece, decide di espatriare per unirsi in matrimonio con un imprenditore italiano, conosciuto sul posto di lavoro nella sua città d’origine, ma la serena condizione di sposa e mamma felice, dei primi tempi, cambia a causa di gravi imprevisti che la inducono, per superare l’indigenza, a prendersi cura di chi non è più autosufficiente. La delusione per una discontinua attività di indossatrice, svolta in patria, spinge Ivanna a venire nel “bel Paese” attratta dalla vita agiata della cugina, alla quale chiede ospitalità e un lavoro nel lussuoso albergo che gestisce insieme al marito italiano. Dopo pochi mesi, però, in conseguenza di un disaccordo con la parente che si astiene dal difenderla dalle insistenti molestie dello chef, si vede costretta a cogliere l’occasione di accudire una signora infortunata, pur di avere un nuovo posto dove vivere. Una situazione di disagio che la porta a scelte forzate, lontane dalle sue prospettive. Solo per Anna e Venera, l’esperienza di fare la badante conduce a un lieto fine. Sentimenti, sconforti, difficoltà e aspirazioni sono riportati, di storia in storia, in osservanza delle testimonianze rilasciate dalle diverse protagoniste. Solo i nomi dei luoghi e delle persone sono stati cambiati a tutela della loro privacy.

L'autrice


Eleonora Aldani ha conseguito il Diploma di Maestro D’arte e Laurea in Belle Arti (Pittura) presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti Brera, Milano.
Ha inoltre ottenuto il Diploma culturale di Pianoforte presso il Conservatorio di Pavia. È stata docente per l’insegnamento di Discipline Pittoriche per 36 anni, nei Licei Artistici di Varese e Imperia.
Come pittrice ha allestito diverse mostre personali e collettive nazionali e internazionali d’arte, ottenendo numerosi premi.
È autrice dei romanzi Un nuovo amore tra sogno e realtà (2011); Siamo nati tutti dallo stesso padre? (2012, con Fabrizio Trunzo); Per un sacco di grano (2013, con Carla Sacchi) e Calda notte di fine Luglio (2014).



Recensione


Faccio la badante racconta la storia di otto donne che, al di là del motivo per cui decidono di venire in Italia, si trovano a dover affrontare una serie di problemi e di imprevisti che poi sfocia nel lavoro di badante. Donne provenienti dalla Moldavia, Ucraina, Russia e dal resto dell’Est Europa, i motivi sono sempre diversi ma spesso hanno una sola fine.
Le difficoltà, spesso iniziano con il viaggio, chi decide di partire per l’Italia, a volte, incontra lungo il proprio cammino connazionali senza scrupoli che non esitano a chiedere somme ingenti per affrontare un viaggio difficile in clandestinità.
Chi è disposto a viaggiare in questo modo è perché si trova in difficoltà economiche e cerca di dare un futuro migliore ai cari che restano in patria.
Altre volte, invece, vengono spinte a venire nel Bel Paese spinte da parenti e conoscenti che si trovano già in Italia con la prospettiva di trovare un buon lavoro e iniziare una nuova vita. Anche in questo caso la realtà diventa più complicata di quanto ci si possa aspettare.
Anche chi non parte per un paese straniero in cerca di lavoro come badante, spesso si ritrova comunque a farlo. Donne che hanno studiato e che nel loro paese di origine svolgevano lavori importanti e ben retribuiti si vedono costrette a doversi prendere cure di persone anziane che, non sempre, le trattano come dovrebbero.

Eleonora Aldani ci racconta tutto questo, attraverso i racconti provenienti direttamente dalla fonte. Donne venute in Italia per dare una svolta alla propria vita, con la voglia di migliorarne la qualità. Ogni racconto è vero, ma spesso gli epiloghi sono diversi.
Solo per due di esse ci sarà un lieto fine e, forse, sono proprio le storie a lieto fine che continuano a dare speranza.
Quello che mi ha colpito è come, la maggior parte delle volte, i percorsi di queste donne, seppur attraverso strade diverse abbiano lo stesso denominatore comune.

Dai racconti di queste otto donne, ho trovato molte affinità con le storie di altre donne che ho conosciuto nel corso della vita. Penso che siano molte le famiglie che si sono dovute rivolgere, e continuano a doversi rivolgere, a donne straniere che le sostengano nella cura e assistenza di familiari non più autosufficienti o bisognosi di compagnia perché rimasti soli.
Anche la mia famiglia l’ha fatto, tanti anni fa, quando mio nonno paterno non è stato più in grado di cavarsela da solo, mio padre ha trovato una donna proveniente dall’Ucraina che è stata per noi una vera benedizione. Una persona fantastica che i miei genitori hanno ospitato più volte quando ne ha avuto bisogno. Ora anche lei ha una certa età, eppure saltuariamente torna in Italia per fare sostituzioni e per brevi periodi. La cosa positiva è che continuiamo a rimanere in contatto anche quando torna in Ucraina dalla sua famiglia tramite Skype. 

Sono diversi gli stati d’animo che ho provato nel corso della lettura. La maggior parte delle volte mi sono sentita profondamente triste per le avversità che queste donne hanno dovuto affrontare.
Spesso si sentono sole e non sempre si danno una mano a vicenda, sentono la mancanza della propria famiglia, degli affetti, della loro casa e della loro terra. A volte si trovano a dover lavorare in condizioni disagiate, magari viste con sospetto specialmente se lavorano in piccole comunità. È un discorso vecchio come il mondo, la diversità spaventa anche quando non ce ne sarebbe nessun motivo. Il pregiudizio è un comportamento fortemente deleterio, che corrode la società in cui viviamo. Si vivrebbe molto meglio se ognuno di noi facesse la propria parte e la smettesse di vedere con sospetto chi non si riesce a comprendere fino in fondo.
Personalmente è una lettura che consiglio a chi desidera leggere storie di vita vera, non sempre facile ma che abbia come denominatore comune la donna, con la sua forza e la sua umanità.

Voto


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