martedì 13 ottobre 2020

Review Party: “La guerra dei papaveri” di R. F. Kuang

Grazie al Review Party organizzato da Susy de I miei magici mondi – che non smetterò mai di ringraziare abbastanza – in questo post vi parlerò di un romanzo fantasy sotto tutti i punti di vista, esordio in Italia della giovane autrice statunitense di origine cinese Rebecca F. Kuang, intitolato La guerra dei papaveri , primo volume della trilogia The Poppy War , in uscita proprio oggi grazia a Mondadori (Oscar Vault).

Il banner è stato realizzato da Tania del blog My Crea Bookish Kingdom


La serie The Poppy War è composta da:
La guerra dei papaveri
The dragon republic (Inedito)
The burning God (Inedito)

Ringrazio la casa editrice per la copia digitale in omaggio del libro.


Titolo: La guerra dei papaveri
Autore: R. F. Kuang
Editore: Mondadori (Oscar Vault)
Genere: Fantasy
Serie: The Poppy War #1
Pagine: 516
Prezzo e-book: 9,99 €
Prezzo cartaceo: 22,00 €
Data di uscita: 13 ottobre 2020
Disponibile su Amazon (link nel titolo)

Voto: ⭐⭐⭐⭐

Trama:

Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell'Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell'antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo.



Recensione


Quando mi sono imbattuta nella trama de La guerra dei papaveri, mi sono sentita combattuta: da una parte ho avvertito la necessità di provare qualcosa di nuovo e mai letto prima, dall’altra, però, ero un po’ titubante perché immaginavo che non sarebbe stata una lettura “semplice”. Il mio esperimento è riuscito per metà ma, tuttavia, sono molto soddisfatta di essermi gettata nella mischia e di averlo letto.

Rin è un’orfana, allevata dagli zii Fang, che pensano soltanto a sfruttarla per il proprio tornaconto, usandola anche come corriere di oppio. Nel tentativo di fuggire dalla sua misera condizione e di finire in sposa a un uomo molto più vecchio di lei, decide di partecipare all’esame per entrare alla Sinegard, la più importante accademia militare di Nikan.
Rin riesce nella sua impresa e, seppur affronti mille ostacoli, riesce ad accedere alla Sinegard, qui conoscerà altri studenti come lei, soprattutto maschi provenienti da famiglie agiate o che hanno già servito il paese, e le cose per la nostra orfana saranno tutt’altro che semplici. Non solo dovrà impegnarsi duramente per superare le varie prove, ma dovrà anche superare l’ostilità con cui sarà accolta dagli altri studenti non solo poiché donna, ma anche perché proveniente da una zona molto povera di Nikan e appartenente a una bassissima condizione sociale.
Le cose per Rin iniziano a cambiare quando incontra il maestro Jiang, che la indirizza verso la demologia, ossia diventare una sciamana per comunicare con gli dei. Questa materia è sempre esistita ma è, ormai, caduta in disuso perché nessuno ci crede più. Inoltre essere sciamani vuol dire utilizzare un’arte arcana molto potente e veramente pericolosa, imparare a usarla è fondamentale perché è un’arma a doppio taglio: può salvare ma, soprattutto, può anche distruggere.
L’addestramento di Rin sarà più breve del previsto, perché quando l’Impero sarà attaccato e in tutto il Nikan divamperà una guerra, la ragazza dovrà abbracciare la sua vera natura.
Nel dolore trovava un sollievo confortante e familiare. Era un compromesso cui era abituata. Il successo richiedeva sacrificio. Il sacrificio significava dolore. Il dolore significava successo.

La prima cosa che voglio sottolineare è che La guerra dei papaveri è il primo volume della trilogia The Poppy War, quindi per capire veramente in pieno l’opera della Kuang è necessario leggere anche il secondo volume. La seconda cosa che mi preme rilevare è che questo romanzo è un fantasy per adulti, quindi bisogna essere pienamente consci del livello di violenza e brutalità che si troverà, specialmente, nella seconda parte del libro.
Il libro può essere sostanzialmente diviso in due parti: una prima parte, molto più soft, che funge da introduzione, in cui assistiamo ai sacrifici compiuti da Rin per entrare a far parte dell’accademia militare prima, e tutto il suo percorso di addestramento dopo.
La seconda parte, invece, cambia completamente, non solo perché si entra nel vivo della storia, ma la stessa autrice impone un ritmo narrativo completamente differente e non privo di colpi di scena, tra battaglie sanguinarie, brutalità di ogni genere e sacrifici inimmaginabili.
Rin è sostanzialmente la protagonista, anche se sono tantissimi i personaggi fondamentali ai fini della storia. Devo ammettere di non essere entrata particolarmente in sintonia con la protagonista, soprattutto per il suo modo di fare, anche se può essere giustificato dalla sua giovane età. Al principio le sue scelte sono dettate dalla rabbia, dalla voglia di rivalsa e si lascia inebriare dalla sete di potere, diventando una sorta di dipendenza per lei. Credo che, a livello caratteriale, subirà, lo spero, una trasformazione nel corso della saga.
Discorso diverso, invece, per Altan, personaggio importantissimo che, a differenza di Rin, mi è piaciuto molto di più, nonostante anche in lui sia presente una grandissima oscurità quasi letale. E lo stesso Altan sarà un mistero per buona parte della lettura.
Le interazioni tra Rin e gli altri personaggi, sono molto particolari, l’autrice è stata molto brava a descrivere i rapporti che la giovane instaura, specialmente con il maestro Jiang, Altan e Kitay. Non si può parlare di vera e propria amicizia, e questo è un altro aspetto che mi ha lasciata un po’ perplessa. Tuttavia la presenza di tantissimi personaggi rende, sicuramente, il libro molto dinamico, ma il lettore potrebbe faticare a ricordare tutti i nomi.
La guerra non era un gioco in cui ci si imbatteca per la gloria e l’ammirazione, in cui i maestri le avrebbero impedito di farsi male sul serio. La guerra era un incubo.

Lo stile di scrittura della Kuang è sicuramente fluido, anche se l’ho trovato, a tratti, poco armonioso. Bisogna considerare che l’autrice sia molto giovane e ha scritto, comunque, un’opera di tutto rispetto. La Kuang, inoltre, ha calibrato il ritmo narrativo in base alle esigenze della trama. La prima parte del romanzo, infatti, si legge più lentamente, mentre nella seconda parte il ritmo diventa più incalzante e adrenalinico.
L’aspetto più interessante del romanzo è la riflessione che viene fatta sulla guerra. Nel corso della trama si trovano scene molto crude e tragiche che portano il lettore a riflettere sugli orrori della guerra. Del resto, in ogni guerra, a perdere sono tutti anche coloro che, di fatto, vincono, perché la scia di devastazione sia fisica, sia psicologica che si porta dietro, impiega anni a scemare, senza andarsene mai del tutto.
Altro aspetto interessante, sono le considerazioni che vengono fatte per quanto riguarda la dipendenza dall’oppio. Anche in questo caso l’autrice è stata molto brava a descriverne gli effetti, facendo risaltare in modo convinto il proprio parare personale che condivo ampiamente.
Giunti al termine del primo volume, capiamo che il percorso di Rin e dei suoi “amici” è ancora molto lungo, la lettura del sequel diventa necessaria, soprattutto per capire meglio la figura dell’Imperatrice che resta un enorme punto interrogativo. Vi confesso che il finale, soprattutto, mi ha particolarmente commossa, c’è un grande alone di tristezza che aleggia nel romanzo, figlio dei temi trattati che restano forti e importanti.
Nonostante alcuni aspetti della trama mi hanno convinta di meno rispetto ad altri, sono contenta di aver letto il libro, soprattutto perché mi ha permesso di sperimentare un genere che non rientra molto nelle mie corde.
Mi chiedo come proseguirà la storia, un pizzico di curiosità c’è, anche perché l’autrice ha dato prova di possedere un grande talento che, con la giusta maturità, saprà sicuramente imporsi nel mondo della letteratura fantasy.
Rin voleva soltanto rimanere per sempre in quell’abbraccio. Voleva scordarsi di tutto, scordare la guerra, scordare gli dèi. Le bastava esistere, sapere che i suoi amici erano vivi e che, dopotutto, il mondo non era così malvagio.

Prima di salutarvi consiglio la lettura de La guerra dei papaveri soprattutto agli appassionati del genere che si trovino particolarmente a loro agio con scene molto forti.

Voto



5 commenti:

  1. Katy mi piace moltissimo la tua recensione e mi trovo in sintonia con te su molte cose. spero che la oscar vault porti presto il secondo volume qui da noi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille Chicca, sono davvero curiosa di vedere cosa succederà adesso. Leggere questo libro è stato un viaggio pazzesco, soprattutto perché mi sono allontanata tantissimo dalla mia comfort zone e non avevo idea che avrei letto una storia di questo tipo.

      Elimina
  2. Non avevo dubbi che la tua recensione fosse perfetta e non mi sbagliavo, bravissima come sempre

    RispondiElimina
  3. Bella la recensione. Rin non è un personaggio empatico, è un personaggio ben scritto, però. Credo che i personaggi siano davvero il punto di forza di questa serie. Sono molto interessanti, ma non approfonditi come lo è Rin. Come ben dici, non è un romanzo per tutti, ma per chi riesce a gestire determinate scene e descrizioni. L'autrice ha la grandissima capacità di saper gestire gli elementi del racconto, di saper creare mondi complessi senza confondere o annoiare. Davvero un romanzo meraviglioso.

    RispondiElimina
  4. Ha senza dubbio catturato il mio interesse. Il personaggio di Rin mi pare alquanto complesso e accattivante. Le tematiche forti non mi disturbano, anzi, raccontare gli orrori della guerra per come realmente appaiono dovrebbe essere un must per chi tratta questo argomento.

    Un ennesimo plauso per una recensione molto ben fatta.

    RispondiElimina