In questo post ho il grande piacere di parlarvi in anteprima di un romanzo molto intenso, che non lascia indifferenti e che arricchisce il lettore con la sua memoria storica. Il libro si intitola I fiori di Monaco, di Carolina Pobla che sarà pubblicato domani da Garzanti.
Nel banner qui sopra trovate tutti i blog che partecipano all’evento.
Ringrazio tantissimo la mia dolce amica Susy del blog I miei magici mondi per avermi coinvolta.
Ringrazio Garzanti per la copia del libro in omaggio.
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Ringrazio Garzanti per la copia del libro in omaggio.
Titolo: I fiori di Monaco
Autore: Carolina Pobla
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa straniera
Pagine: 448
Formato: e-book e cartaceo
Prezzo e-book: 9,99 €
Prezzo cartaceo: 18,00 €
Data di uscita: 31 marzo 2022
Disponibile su Amazon (link di acquisto nel titolo)
Autore: Carolina Pobla
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa straniera
Pagine: 448
Formato: e-book e cartaceo
Prezzo e-book: 9,99 €
Prezzo cartaceo: 18,00 €
Data di uscita: 31 marzo 2022
Disponibile su Amazon (link di acquisto nel titolo)
Voto: ♕ ⭐⭐⭐⭐⭐ ♕
Trama:
Germania, 1942. Appena fuori Monaco, i prati in primavera si riempiono di fiori di campo che ondeggiano dolcemente al soffio pigro del vento. Gli occhi di Ilse si riempiono di lacrime davanti a un paesaggio che sembra non essere cambiato da quando, ancora bambina, passava lì le estati. Eppure, è convinta di aver preso la decisione giusta abbandonando la città per rifugiarsi nella casa di famiglia, insieme ai sei figli. In un luogo dove l’ombra della guerra e delle divise brune sembra non essere arrivata. Pensa di essere al sicuro, fino a quando al villaggio si presenta un bambino sporco e denutrito. Ilse si accorge subito della stella sulla camicia. Sa che offrirgli un rifugio la metterebbe contro il regime. Eppure non esita un istante a prenderlo con sé e a proteggerlo come un figlio. Lei, che ha avuto una vita difficile, riconosce chi porta le sue stesse ferite. Il fragore degli spari e delle esplosioni si avvicina ogni giorno di più. A farne le spese sono soprattutto le figlie, i suoi piccoli boccioli: Margot, la figlia maggiore, rinuncia a suonare il pianoforte per occuparsi dei fratelli e dell’orfanotrofio; Betina deve ritirarsi in convento; Violetta fantastica di avventure esotiche, ma viene derisa dai fratelli. Tutte hanno dei sogni. E sono decise a non arrendersi, nonostante a pochi passi da loro infuri una battaglia che sembra senza fine. Perché anche nei luoghi più angusti i fiori possono sbocciare.
Germania, 1942. Appena fuori Monaco, i prati in primavera si riempiono di fiori di campo che ondeggiano dolcemente al soffio pigro del vento. Gli occhi di Ilse si riempiono di lacrime davanti a un paesaggio che sembra non essere cambiato da quando, ancora bambina, passava lì le estati. Eppure, è convinta di aver preso la decisione giusta abbandonando la città per rifugiarsi nella casa di famiglia, insieme ai sei figli. In un luogo dove l’ombra della guerra e delle divise brune sembra non essere arrivata. Pensa di essere al sicuro, fino a quando al villaggio si presenta un bambino sporco e denutrito. Ilse si accorge subito della stella sulla camicia. Sa che offrirgli un rifugio la metterebbe contro il regime. Eppure non esita un istante a prenderlo con sé e a proteggerlo come un figlio. Lei, che ha avuto una vita difficile, riconosce chi porta le sue stesse ferite. Il fragore degli spari e delle esplosioni si avvicina ogni giorno di più. A farne le spese sono soprattutto le figlie, i suoi piccoli boccioli: Margot, la figlia maggiore, rinuncia a suonare il pianoforte per occuparsi dei fratelli e dell’orfanotrofio; Betina deve ritirarsi in convento; Violetta fantastica di avventure esotiche, ma viene derisa dai fratelli. Tutte hanno dei sogni. E sono decise a non arrendersi, nonostante a pochi passi da loro infuri una battaglia che sembra senza fine. Perché anche nei luoghi più angusti i fiori possono sbocciare.
Siamo in Germania, l’anno è 1942. La Seconda guerra mondiale infuria e, dopo essere rimasta vedeva, Ilse decide di lasciare Monaco e di andare con i suoi sei figli nel luogo in cui trascorreva le estati con la famiglia, convinta che l’orrore e le privazioni della guerra lì non potranno raggiungerla. Tuttavia, al suo arrivo scopre la casa di famiglia è stata confiscata diventando un ospedale di guerra e devono andare nella vecchia baita lontana dal villaggio che le intemperie non hanno risparmiato. I primi tempi sono difficili per tutti, Ilse e i suoi bambini devono fare enormi sacrifici, ma non sono soli e questo è già un aiuto prezioso. Inoltre, Ilse conosce anche Dante, un medico militare che la sosterrà e le starà sempre vicino.
Quando un giorno, lungo la strada, incontra un bambino solo, denutrito e tutto sporco, capisce subito dalla stella sulla sua camicia che quello è un bambino ebreo. Eppure, non esista nemmeno un istante a prenderlo con sé, anche se sa che il rischio che corre è altissimo. E quando il fragore della guerra si avvicina sempre di più, lei e la sua famiglia dovranno affrontare nuove sfide, prove all’apparenza impossibili, momenti di sconforto, ma Ilse non ha intenzione di arrendersi perché anche nei luoghi più remoti e impervi i fiori possono sbocciare.
Quando un giorno, lungo la strada, incontra un bambino solo, denutrito e tutto sporco, capisce subito dalla stella sulla sua camicia che quello è un bambino ebreo. Eppure, non esista nemmeno un istante a prenderlo con sé, anche se sa che il rischio che corre è altissimo. E quando il fragore della guerra si avvicina sempre di più, lei e la sua famiglia dovranno affrontare nuove sfide, prove all’apparenza impossibili, momenti di sconforto, ma Ilse non ha intenzione di arrendersi perché anche nei luoghi più remoti e impervi i fiori possono sbocciare.
Fino a quel momento la vita di campagna si era mantenuta ai margini del conflitto vero e proprio. Era un periodo di ristrettezze, certo, di dettami patriottici da seguire, di richiami da parte dei commissari di partito che lamentavano una certa mancanza di entusiasmo e, in generale, un periodo di restrizioni, ma mai, fino ad allora, si erano trovati faccia a faccia con la realtà. Per la prima volta provarono le angosce della guerra.
La prima cosa che voglio dire di questo libro è: leggetelo perché la storia di Ilse e dei suoi figli non è solo straordinaria, ma infonde moltissima speranza proprio in un momento storico in cui ne abbiamo davvero tanto bisogno.
Veniamo da due anni di pandemia – non ancora finita, tra l’altro – e, come se non bastasse, dobbiamo attutire l’onda d’urto proveniente dal conflitto in Ucraina che riguarda da vicino tutti noi.
Da queste mie primissime parole si intuisce molto bene quanto abbia amato questo libro e quanto io sia felice di averlo letto.
I fiori di Monaco è un romanzo bellissimo, ricco di significati e con una protagonista straordinaria che non si è arresa mai e che ha saputo crescere i suoi figli con saggezza tanto amore nonostante tutte le prove difficili che hanno dovuto affrontare.
L’autrice ci racconta la storia di Ilse Mahler, vedova di guerra e madre di sei figli. Il marito era un pilota e dopo un terribile incidente non è più stato lo stesso. Quando l’uomo muore, Ilse decide di lasciare Monaco per andare fuori città, nel luogo in cui lei e la sua famiglia trascorrevano l’estate. È un cambiamento importante per tutti, soprattutto le sue figlie. Tuttavia, Ilse non è sola perché può contare sull’aiuto costante di Ramona e del marito Johann. Ma anche su Dante Neumann, il dottore a capo dell’ospedale militare, ricavato dalla casa che una volta apparteneva alla famiglia di Ilse. Le cose cambiano ulteriormente quando la donna si imbatte in un bambino ebreo, tutto sporco e denutrito. Ilse non ci pensa due volte ad accoglierlo nella sua famiglia anche se sa che è pericoloso per tutti se si venisse a scoprire. Ilse è una donna straordinaria, forte, coraggiosa, generosa, dal cuore grande e fa di tutto per la propria famiglia.
Nel corso della lettura impariamo a conoscere i suoi figli: Margot, la figlia maggiore, poi Daniel, Nils, Betina, Violeta e il piccolo Tom. Vi assicuro che ho amato ognuno di loro perché sono dei bambini positivi e favolosi, costretti a crescere troppo in fretta e che affrontano le difficoltà con grande coraggio.
Anche il personaggio di Dante mi è piaciuto tantissimo, tutto quello che fa per la famiglia Mahler e l’amore che prova per quella donna all’apparenza irraggiungibile. Perché Ilse ha alle spalle una vita difficile da cui, però, è riuscita a riscattarsi ed è proprio tra le braccia di Dante che vede i suoi muri andare in frantumi e riscopre tutta la magia dell’amore e il modo in cui una donna dovrebbe essere amata da un uomo.
Veniamo da due anni di pandemia – non ancora finita, tra l’altro – e, come se non bastasse, dobbiamo attutire l’onda d’urto proveniente dal conflitto in Ucraina che riguarda da vicino tutti noi.
Da queste mie primissime parole si intuisce molto bene quanto abbia amato questo libro e quanto io sia felice di averlo letto.
I fiori di Monaco è un romanzo bellissimo, ricco di significati e con una protagonista straordinaria che non si è arresa mai e che ha saputo crescere i suoi figli con saggezza tanto amore nonostante tutte le prove difficili che hanno dovuto affrontare.
L’autrice ci racconta la storia di Ilse Mahler, vedova di guerra e madre di sei figli. Il marito era un pilota e dopo un terribile incidente non è più stato lo stesso. Quando l’uomo muore, Ilse decide di lasciare Monaco per andare fuori città, nel luogo in cui lei e la sua famiglia trascorrevano l’estate. È un cambiamento importante per tutti, soprattutto le sue figlie. Tuttavia, Ilse non è sola perché può contare sull’aiuto costante di Ramona e del marito Johann. Ma anche su Dante Neumann, il dottore a capo dell’ospedale militare, ricavato dalla casa che una volta apparteneva alla famiglia di Ilse. Le cose cambiano ulteriormente quando la donna si imbatte in un bambino ebreo, tutto sporco e denutrito. Ilse non ci pensa due volte ad accoglierlo nella sua famiglia anche se sa che è pericoloso per tutti se si venisse a scoprire. Ilse è una donna straordinaria, forte, coraggiosa, generosa, dal cuore grande e fa di tutto per la propria famiglia.
Nel corso della lettura impariamo a conoscere i suoi figli: Margot, la figlia maggiore, poi Daniel, Nils, Betina, Violeta e il piccolo Tom. Vi assicuro che ho amato ognuno di loro perché sono dei bambini positivi e favolosi, costretti a crescere troppo in fretta e che affrontano le difficoltà con grande coraggio.
Anche il personaggio di Dante mi è piaciuto tantissimo, tutto quello che fa per la famiglia Mahler e l’amore che prova per quella donna all’apparenza irraggiungibile. Perché Ilse ha alle spalle una vita difficile da cui, però, è riuscita a riscattarsi ed è proprio tra le braccia di Dante che vede i suoi muri andare in frantumi e riscopre tutta la magia dell’amore e il modo in cui una donna dovrebbe essere amata da un uomo.
«Ilse. Io non sono tuo marito. Né tua madre. Non sarò mai come loro. Non farò mai niente che possa farti soffrire. E nel momento in cui lo capirai, sarò lì ad aspettarti. E aspetterò per tutto il tempo di cui avrai bisogno.»
Il muro crollò.
Ilse appoggiò la testa sul petto di Dante. Lui la aiutò ad alzarsi. Il lavoro cadde a terra e nessuno dei due ci fece caso. Dante la prese tra le braccia. Lei lo lasciò fare e, a poco a poco, fece scivolare le mani sulla schiena di lui e, per la prima volta, si abbracciarono. Un abbraccio che valeva più di qualunque carezza, di qualunque parola, di qualunque bacio.
Ogni personaggio incontrato è strutturato e caratterizzato benissimo, anche il piccolo Victor, il bambino ebreo che Ilse ha accolto come un figlio, per non parlare di Frank o del maestro Paul. Niente è lasciato al caso e l’autrice ci mostra la vita di tutti questi personaggi che, nel corso della lettura, ho sentito vicino in un modo difficile da spiegare. Più andavo avanti con la lettura e più mi sentivo coinvolta dalla storia di tutti loro, è stato incredibile ed emozionante.
La trama è strutturata benissimo e il ritmo narrativo è perfetto. Nonostante il romanzo abbia più di quattrocento pagine, infatti, sono riuscita a leggerlo in pochissimo tempo. E quando ero costretta ad abbondonare la lettura, la mia mente tornava sempre in Germania da Ilse e la sua famiglia.
Accadono tantissime cose, alcune che fanno stringere il cuore, altre che lo riempiono di gioia. Non mancano sorrisi e lacrime ed ero così presa che quasi non mi sono accorta di essere arrivata alla fine. E quando ho posato il libro mi sono sentita immensamente felice e grata per quello che avevo appena finito di leggere.
Sono davvero tanti i passaggi che ho sottolineato, a dimostrazione di quanto questa storia è riuscita a coinvolgermi. Inoltre, l’autrice affronta anche degli argomenti di cui raramente si parla come la denazificazione della Germania da parte degli alleati.
Lo stile di scrittura di Carolina Pobla mi è piaciuto moltissimo: scorrevole, attento, ricco di significato e molto emotivo. Ho amato tantissimo i dialoghi e le relazioni che nascono e si fortificano nel corso della lettura. L’autrice ci mostra il modo in cui i personaggi evolvono e assistere alla crescita dei figli di Ilse e alla nascita della sua storia d’amore con Dante mi ha molto coinvolta ed emozionato.
Nel corso della lettura si percepisce anche l’orrore della guerra ed è stato impossibile, per me, non pensare alla tremenda guerra che si sta combattendo in questi giorni in Ucraina.
I fiori di Monaco è un libro che racconta una storia importante ricca di significati, dove legami familiari, amicizia, amore e speranza sono gli ingredienti principali. È il primo libro di Carolina Pobla che leggo e sono felicissima di averlo fatto. Per quanto questo sia un romanzo fiction in esso troviamo quella memoria storica che abbiamo il dovere di non dimenticare mai. Perché la guerra non porta mai niente di buono a nessuno e sarebbe bello se anche i grandi della terra si fermassero e riflettessero proprio su quanto aberrante e inutile sia, un gioco in cui nessuno vince, ma in cui tutti perdono.
La trama è strutturata benissimo e il ritmo narrativo è perfetto. Nonostante il romanzo abbia più di quattrocento pagine, infatti, sono riuscita a leggerlo in pochissimo tempo. E quando ero costretta ad abbondonare la lettura, la mia mente tornava sempre in Germania da Ilse e la sua famiglia.
Accadono tantissime cose, alcune che fanno stringere il cuore, altre che lo riempiono di gioia. Non mancano sorrisi e lacrime ed ero così presa che quasi non mi sono accorta di essere arrivata alla fine. E quando ho posato il libro mi sono sentita immensamente felice e grata per quello che avevo appena finito di leggere.
Sono davvero tanti i passaggi che ho sottolineato, a dimostrazione di quanto questa storia è riuscita a coinvolgermi. Inoltre, l’autrice affronta anche degli argomenti di cui raramente si parla come la denazificazione della Germania da parte degli alleati.
Lo stile di scrittura di Carolina Pobla mi è piaciuto moltissimo: scorrevole, attento, ricco di significato e molto emotivo. Ho amato tantissimo i dialoghi e le relazioni che nascono e si fortificano nel corso della lettura. L’autrice ci mostra il modo in cui i personaggi evolvono e assistere alla crescita dei figli di Ilse e alla nascita della sua storia d’amore con Dante mi ha molto coinvolta ed emozionato.
Nel corso della lettura si percepisce anche l’orrore della guerra ed è stato impossibile, per me, non pensare alla tremenda guerra che si sta combattendo in questi giorni in Ucraina.
I fiori di Monaco è un libro che racconta una storia importante ricca di significati, dove legami familiari, amicizia, amore e speranza sono gli ingredienti principali. È il primo libro di Carolina Pobla che leggo e sono felicissima di averlo fatto. Per quanto questo sia un romanzo fiction in esso troviamo quella memoria storica che abbiamo il dovere di non dimenticare mai. Perché la guerra non porta mai niente di buono a nessuno e sarebbe bello se anche i grandi della terra si fermassero e riflettessero proprio su quanto aberrante e inutile sia, un gioco in cui nessuno vince, ma in cui tutti perdono.
«Mi sono dimenticato il sacco di farina a casa di quella signora. A mia madre serviva! Si fidava di me!»
Dopo aver espresso ad alta voce quel pensiero che lo perseguitava dal momento stesso in cui era sceso dal tram, scoppiò a piangere.
Nils fu il primo a reagire. Si avvicinò al bambino e lo abbracciò forte.
«Non preoccuparti. Abbiamo tanti sacchi di farina, qui. Appena troveremo tua madre, gliene potrai portare uno.»
Ringrazio tantissimo Garzanti per aver pubblicato questo libro meraviglioso e ne consiglio la lettura a tutti. Io, dopo averlo letto, mi sento più ricca e più consapevole di ieri e spero che possa essere lo stesso anche per voi quando deciderete di leggerlo.
Come sempre, buona lettura.
Come sempre, buona lettura.
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