lunedì 18 novembre 2024

Review Party: “La ragazza senza radici” di Cristina Caboni


Buon inizio di settimana Booklovers.
Oggi vi voglio parlare del nuovo romanzo di Cristina Caboni intitolato La ragazza senza radici, pubblicato per noi da Garzanti il 22 ottobre scorso.

Ringrazio Garzanti per la copia del romanzo in omaggio.


Titolo: La ragazza senza radici
Autore: Cristina Caboni
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa
Pagine: 288
Formato: e-book e cartaceo
Prezzo e-book: 9,99 €
Prezzo cartaceo: 18,60
Data di pubblicazione: 22 ottobre 2024
Disponibile su Amazon (link di acquisto nel titolo) e in libreria

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐

Trama:

Un vino che ha riposato sul fondale sabbioso del mare, cullato dalle onde. Adeline non aveva mai sentito parlare di nulla del genere. Eppure, da quando lo ha assaggiato, è cambiato qualcosa in lei. Forse perché a donarglielo è stata Miranda, l’anziana donna che un giorno, all’improvviso, si è presentata agli archivi del comune di Nizza, dove Adeline lavora, per avere informazioni su un figlio che credeva morto alla nascita. Miranda è certa di averlo visto, ormai adulto, ma non ha fatto in tempo a fermarlo. Adeline sa che non deve assecondare le sue richieste, che il passato è passato e va lasciato dov’è. Se lo ripete ogni giorno per non pensare ai genitori che l’hanno abbandonata neonata senza mai cercarla. Ora è una donna realizzata, non deve voltarsi indietro. Ma l’emozione e la disperazione che ha letto negli occhi di Miranda hanno smosso qualcosa dentro di lei. Deve aiutarla a trovare suo figlio. Da sempre affascinata dalla genealogia, Adeline è capace di frugare tra vecchi documenti e carte dimenticate per scovare un indizio; una ricerca in cui vorrebbe accanto a sé Damien, l’assistente sociale che le ha insegnato a guardare avanti e a medicare le proprie ferite. Ma lui ha paura che indagare le origini di una famiglia possa farle troppo male. Adeline ne è consapevole, ma qualcosa di speciale la lega a Miranda. Quello che non sa è che le famiglie nascondono sempre dei segreti che non per forza vanno svelati. Alcuni possono mettere tutto in discussione.

I suoi romanzi dominano le classifiche ed emozionano i lettori. Nessuno come Cristina Caboni sa entrare nel cuore delle protagoniste facendoci vivere i loro sogni, le paure, le insicurezze e le gioie. Ora è il turno di Adeline che, senza avere un passato, aiuta un’altra donna a scoprire il suo. Il mondo affascinante del vino e della coltivazione della vite fa da sfondo a una storia che parla di tutti noi, perché tutti siamo un intreccio di relazioni, legami familiari e affettivi.



Recensione


Adeline Weber lavora per gli archivi del comune di Nizza, la sua vita trascorre tranquilla fino a quando conosce Miranda, un’anziana donna che un giorno si è presentata dove Adeline lavora, per avere informazioni del figlio Nikolaj che credeva morto alla nascita. Miranda è sicura di averlo visto e da quel giorno non smette di pensare a lui. Adelina sa che il passato va lasciato dove si trova, se lo ripete costantemente per non pensare ai genitori che l’hanno abbandonata appena nata e non l’hanno mai cercata. Ma c’è qualcosa in Miranda che l’ha molto colpita, forse anche grazie a quel vino che ha riposato sul fondale sabbioso del mare, cullato dalle onde che la donna le ha fatto bere. Ora desidera solo aiutarla a ritrovare il figlio perduto e la il suo amore per la genealogia potrebbero aiutarla, nonostante abbia solo un piccolo indizio da cui partire. Vorrebbe che ad affiancarla ci fosse Damien, l’assistente sociale che le ha insegnato a guardare avanti, ma lui ha paura che indagare su una famiglia riapra in lei vecchie ferite non del tutto rimarginate. Le famiglie nascondono sempre dei segreti che non per forza vanno svelati. Alcuni possono mettere tutto in discussione.
Ognuno di noi ha due genitori, quattro nonni e otto bisnonni e questo schema di duplicazione si ripresenta a ogni generazione, così puoi conoscere chi ha partecipato all’unione di differenti individui che poi ha portato alla tua esistenza.

La ragazza senza radici è un libro intenso, profondo, delicato e molto toccante. Attraverso la protagonista, Adeline, l’autrice ci racconta una storia sull’importanza della conoscenza del proprio passato e delle proprie radici che, in qualche modo, ci definiscono come persone, specialmente quando senti di non possederle.
L’autrice ha fatto un buon lavoro nella caratterizzazione dei personaggi, soprattutto per quanto riguarda la protagonista.
Adeline Weber non conosce la sua famiglia e le sue origini perché è stata abbandonata quando era ancora in fasce. Oggi si sente una donna realizzata e padrona della propria vita, anche grazie a Damien, l’assistente sociale che non l’ha mai abbandonata. Ma quando al comune di Nizza dove lavora come archivista si presenta Miranda, un’anziana donna che sta cercando il figlio Nikolaj che credeva morto poco dopo la nascita, la vita di Adeline subisce un fortissimo scossone e tutte le sue certezze vanno improvvisamene in frantumi. Nonostante i dubbi e le incertezze, Adeline è più che mai decisa ad aiutare Miranda, specialmente dopo essere nella sua tenuta di vini a Sanremo. Da quel momento in poi, però, sarà impossibile tornare indietro. Il personaggio di Adeline è molto bello ma anche molto complicato. La sua storia personale e i suoi traumi l’hanno profondamente segnata e l’incontro con Miranda andrà a minare tutte le sue certezze. Tuttavia, possiede dentro di sé una resilienza invidiabile che la porterà non solo a fare chiarezza nella vita di Miranda, ma anche nella sua e ad affrontare in modo diverso la sua vite e le sue prove.
La figura di Damien, per Adeline, è importantissima perché per lei rappresenta una sorta di padre. L’è stata accanto nei momenti più duri della sua vita e, soprattutto, le ha insegnato a guardare avanti e a medicare le proprie ferite, è una sorta di costante e non avere il suo completo appoggio durante la sua ricerca è stato un ulteriore ostacolo per lei. Il personaggio di Damien mi è piaciuto molto, per una questione di spoiler preferisco rimanere molto sul vago, però l’ho trovato molto convincente e interessante, specialmente per il genere di rapporto che lui e Adeline hanno che rileva una sorta di interdipendenza molto importante e fondamente per entrambi.
Era come se avesse vissuto tante esistenze separate per ognuna avesse interpretato una parte. Solo che adesso non intendeva più farlo. Adesso voleva… cose diverse. Voleva considerazione, voleva rispetto per ciò che era e non per quello che sembrava. Voleva l’uomo che le camminava accanto.

Altri personaggi importanti appaiano accanto a Adeline, a partire da Miranda, l’anziana donna che sta cercando il figlio creduto morto poco dopo averlo messo al mondo. La storia di Miranda è davvero molto particolare e toccante e la sua presenza nel libro, oltre a essere di vitale importanza, esalta moltissimo il processo di cambiamento compiuto da Adeline. La storia personale di questa donna è appassionante e commovente allo stesso tempo.
Un altro personaggio interessante è sicuramente Janus, un uomo che è stato importante per Adeline nel passato e che lo sarà altrettanto adesso, perché le farà scoprire quanto sia importante non allontanare le persone che si amano per paura che queste ci abbandonino. Rappresenta il lato romantico di questo libro.
La trama ha una bellissima evoluzione, l’ho trovata delicata e appassionante allo stesso tempo e non mancano nemmeno dei bei colpi di scena. La narrazione è in terza persona e quasi completamente dal punto di vista di Adeline anche se sono presenti anche dei capitoli dedicati a Miranda.
Un altro punto di forza di questo romanzo è sicuramente l’ambientazione e ho trovato molto interessante il ruolo che ricoprono la vigna e il vino che fanno da filo conduttore alla storia. Sarà proprio il vino che Miranda regala a Adeline a cambiare le carte in tavola a e “stravolgere” il percorso della protagonista.
Come si intuisce dal titolo le radici e il loro significato hanno un valore molto importante e ho trovato molto originale questo aspetto, così come buona parte della nostra vita sembri, in qualche modo, interconnessa alla nostra discendenza.
Lo stile di scrittura di Cristina Caboni è bellissimo, è il primo libro che leggo di quest’autrice e me ne sono innamorata. La sua penna è delicata e vibrante, intensa e raffinata, l’introspezione è importante ma quello che colpisce è l’equilibrio che si respira per tutto il libro. Sono tanti i momenti commoventi e toccanti che danno grande profondità alla storia e un aspetto che mi è piaciuto molto è l’importanza che le relazioni hanno; queste, infatti, sono al centro della storia stessa, siano esse famigliari, oppure amicali o, ancora, amorose. I dialoghi, inoltre, danno moltissimo spessore ai personaggi, ci aiutano a comprenderli meglio e a non fermarci alla superficie.
Aveva capito che prendersi la responsabilità delle proprie azioni, fallimenti e successo, era l’unico modo di vivere pienamente la propria esistenza. Ignorare i propri bisogni portava inevitabilmente all’insoddisfazione e all’infelicità. E lei lo aveva fatto per troppo tempo.

Consiglio La ragazza senza radici a chi sia alla ricerca di un romanzo delicato e intenso allo stesso tempo, che parla di radici e famiglia e lo fa in modo originale e toccante.
Buona lettura.

Voto



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