Buon fine settimana Booklovers.
Questa mattina il blog partecipa al Review Party dell’ultimo romanzo di Giulia Dal Mas intitolato La creatrice di bambole, primo volume della serie Le quattro promesse, pubblicato da More Stories lo scorso 28 gennaio.
Questa mattina il blog partecipa al Review Party dell’ultimo romanzo di Giulia Dal Mas intitolato La creatrice di bambole, primo volume della serie Le quattro promesse, pubblicato da More Stories lo scorso 28 gennaio.
Ringrazio Serena del blog I miei deliri da lettrice per aver creato l’evento.
Ringrazio More Stories per la copia digitale del romanzo in omaggio.
Ringrazio More Stories per la copia digitale del romanzo in omaggio.
Titolo: La creatrice di bambole
Autore: Giulia Dal Mas
Editore: More Stories
Genere: Contemporary Romance
Serie: Le quattro promesse #1
Pagine: 370
Formato: e-book e cartaceo
Prezzo e-book: 2,99 €
Prezzo cartaceo: 14,99 €
Data di uscita: 28 gennaio 2022
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited (link di acquisto nel titolo)
Autore: Giulia Dal Mas
Editore: More Stories
Genere: Contemporary Romance
Serie: Le quattro promesse #1
Pagine: 370
Formato: e-book e cartaceo
Prezzo e-book: 2,99 €
Prezzo cartaceo: 14,99 €
Data di uscita: 28 gennaio 2022
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited (link di acquisto nel titolo)
Voto: ⭐⭐⭐⭐ 1/2
Trama:
Che cosa succede al corpo di una donna quando non può avere figli? Se lo chiede di continuo Gioia Ermini, scrittrice di trentasette anni, da quando dieci mesi prima la sua ginecologa le ha detto che non potrà mai portare a termine una gravidanza.
Sposata da quindici anni con Claudio, è sul punto di firmare le carte della separazione quando riceve la proposta di tenere delle lezioni di scrittura creativa all’Università di Firenze.
Autrice di una serie bestseller, da mesi Gioia è preda della cosiddetta sindrome della pagina bianca, e ogni pomeriggio scrive parole su parole che, inevitabilmente finisce per cancellare. Ha bisogno di allontanarsi da una vita che non riconosce più, così accetta di partire per la Toscana.
È sulle colline intorno a Firenze dove prende casa che Gioia incontra Edda, una donna anziana, con lunghi capelli bianchi e un filo di perle attorno al collo. Edda, che ogni pomeriggio siede all’ombra di una betulla e accarezza il capo di una bambola. E di cui ogni notte Gioia ode le urla trasportate dal vento.
In un rincorrersi di ricordi, Edda porterà Gioia in un'altra epoca, tra i sorrisi di quattro amiche che danzano in riva al mare, e poi in una Firenze attraversata dalla guerra. Tra i lussi di una residenza diplomatica e la devastazione di una vita spezzata. Edda le racconterà della paura, della speranza, del coraggio. E dell’amore. Per Angelo, nipote del console tedesco, e per Manfredi, ceramista di Montelupo. Tra le macerie di quella vita lontana, Gioia ritroverà se stessa, le parole che ormai temeva perdute e anche il suo cuore.
La creatrice di bambole è il primo volume della serie Le quattro promesse.
Che cosa succede al corpo di una donna quando non può avere figli? Se lo chiede di continuo Gioia Ermini, scrittrice di trentasette anni, da quando dieci mesi prima la sua ginecologa le ha detto che non potrà mai portare a termine una gravidanza.
Sposata da quindici anni con Claudio, è sul punto di firmare le carte della separazione quando riceve la proposta di tenere delle lezioni di scrittura creativa all’Università di Firenze.
Autrice di una serie bestseller, da mesi Gioia è preda della cosiddetta sindrome della pagina bianca, e ogni pomeriggio scrive parole su parole che, inevitabilmente finisce per cancellare. Ha bisogno di allontanarsi da una vita che non riconosce più, così accetta di partire per la Toscana.
È sulle colline intorno a Firenze dove prende casa che Gioia incontra Edda, una donna anziana, con lunghi capelli bianchi e un filo di perle attorno al collo. Edda, che ogni pomeriggio siede all’ombra di una betulla e accarezza il capo di una bambola. E di cui ogni notte Gioia ode le urla trasportate dal vento.
In un rincorrersi di ricordi, Edda porterà Gioia in un'altra epoca, tra i sorrisi di quattro amiche che danzano in riva al mare, e poi in una Firenze attraversata dalla guerra. Tra i lussi di una residenza diplomatica e la devastazione di una vita spezzata. Edda le racconterà della paura, della speranza, del coraggio. E dell’amore. Per Angelo, nipote del console tedesco, e per Manfredi, ceramista di Montelupo. Tra le macerie di quella vita lontana, Gioia ritroverà se stessa, le parole che ormai temeva perdute e anche il suo cuore.
La creatrice di bambole è il primo volume della serie Le quattro promesse.
Gioia Ermini è una donna di trentasette anni che quando ha scoperto di non riuscire a portare a termine una gravidanza ha visto anche finire il suo matrimonio con Claudio, l’uomo che amava e con cui avrebbe voluto mettere su famiglia.
Autrice bestseller è anche alle prese con il blocco dello scrittore, così quando le propongono di trasferirsi in Toscana per tenere un corso di scrittura creativa presso l’università di Firenze accetta volentieri il cambiamento, certa che cambiare aria sia quello di cui ha bisogno in un momento così delicato della sua vita.
Ed è sulle colline fiorentine che Gioia si imbatte in Edda, una donna anziana che ogni pomeriggio siede all’ombra di una betulla e accarezza il capo di una bambola. Attraverso i ricordi di Edda, Gioia verrà trasportata nel passato in una Firenze attraversata dalla guerra, tra i ricordi dolci e dolorosi della donna e le racconterà della paura, del coraggio, della speranza e dell’amore: per Angelo, nipote del console tedesco, e per Manfredi, un ceramista di Montelupo. Tramite quei racconti Gioia non solo ritroverà le parole che pensava essere perdute, ma anche il suo cuore e quell’amore che ancora vive in lei.
Autrice bestseller è anche alle prese con il blocco dello scrittore, così quando le propongono di trasferirsi in Toscana per tenere un corso di scrittura creativa presso l’università di Firenze accetta volentieri il cambiamento, certa che cambiare aria sia quello di cui ha bisogno in un momento così delicato della sua vita.
Ed è sulle colline fiorentine che Gioia si imbatte in Edda, una donna anziana che ogni pomeriggio siede all’ombra di una betulla e accarezza il capo di una bambola. Attraverso i ricordi di Edda, Gioia verrà trasportata nel passato in una Firenze attraversata dalla guerra, tra i ricordi dolci e dolorosi della donna e le racconterà della paura, del coraggio, della speranza e dell’amore: per Angelo, nipote del console tedesco, e per Manfredi, un ceramista di Montelupo. Tramite quei racconti Gioia non solo ritroverà le parole che pensava essere perdute, ma anche il suo cuore e quell’amore che ancora vive in lei.
E osservò la bambola, che teneva stretta. Era bella, di una bellezza viva, quasi reale: la pelle pareva morbida e vellutata e le sue labbra sembravano sul punto di schiudersi. Aveva grandi occhi chiari, espressivi e indecifrabili, e capelli biondi che scendevano in morbidi boccoli ordinati fino alle spalle. Provò un improvviso senso di solitudine. C’era qualcosa in quella bambola che non riusciva a comprendere.
La creatrice di bambole è un romanzo nel romanzo, la storia di due donne: una ormai anziana che convive con i suoi ricordi anche quelli più dolorosi, l’altra che si trova in balia degli eventi, con il cuore spezzato a causa della fine del matrimonio con il marito Claudio.
È un romanzo molto toccante e commovente con dei personaggi che, ognuno a proprio modo, lasciano un segno nel lettore. Gioia ed Edda sono due donne incredibili vissute in due epoche diverse che conoscono l’amore ma anche la paura e il dolore.
Gioia è una donna profondamente segnata dall’impossibilità di avere figli e dalla fine del suo matrimonio. Autrice affermata di una saga bestseller è anche preda della sindrome della pagina bianca, vorrebbe scrivere ma non riesce. Per questi motivi decide di accettare di lasciare Milano per andare a Firenze a insegnare scrittura creativa all’Università di Firenze. Forse cambiare aria è quello di cui ha più bisogno. Sarà l’incontro con l’anziana Edda che le darà la possibilità di ritrovare le parole e di guardare a fondo dentro il suo cuore. Il personaggio di Gioia mi è piaciuto molto, il suo dolore per la fine del matrimonio con il marito Claudio e per l’impossibilità di non avere figli hanno lasciato segni profondi nel suo cuore e nella sua anima. Eppure, contro ogni previsione scoprirà che l’amore, così come le parole, non sono andate perdute ma vivono ancora dentro di lei. Ho apprezzato il suo carattere vulnerabile ma caparbio.
Edda è una donna ormai anziana che ogni pomeriggio siede all’ombra di una betulla e accarezza il capo di una bambola a cui è molto legata. Attraverso il suo racconto apprendiamo la sua storia, quando era solo una giovane donna piena di sogni che si sono infranti nell’orrore di una guerra, che ha scoperto la gioia dell’amore e il dolore della perdita. Edda è una donna che ha sofferto molto e ha avuto una vita difficile e dolorosa. È stata amata e ha amato, forse, tuttavia, non è stato sufficiente. È la stessa Edda a raccontare la sua vita a Gioia, della promessa fatta alle sue tre grandi amiche e alla guerra che le ha portato via tanto, troppo. All’inizio la sua storia mi aveva molto coinvolta, ma più mi inoltravo nel suo passato, più sentivo il petto stringersi in una morsa e non sempre ho compreso fino in fondo il suo comportamento.
Manfredi e Angelo sono due uomini tanto diversi ma entrambi eccezionali, Angelo mi ha fatto una grande tenerezza, ha sempre amato Edda e ha provato a prendersi cura di lei e a proteggerla fino alla fine.
È un romanzo molto toccante e commovente con dei personaggi che, ognuno a proprio modo, lasciano un segno nel lettore. Gioia ed Edda sono due donne incredibili vissute in due epoche diverse che conoscono l’amore ma anche la paura e il dolore.
Gioia è una donna profondamente segnata dall’impossibilità di avere figli e dalla fine del suo matrimonio. Autrice affermata di una saga bestseller è anche preda della sindrome della pagina bianca, vorrebbe scrivere ma non riesce. Per questi motivi decide di accettare di lasciare Milano per andare a Firenze a insegnare scrittura creativa all’Università di Firenze. Forse cambiare aria è quello di cui ha più bisogno. Sarà l’incontro con l’anziana Edda che le darà la possibilità di ritrovare le parole e di guardare a fondo dentro il suo cuore. Il personaggio di Gioia mi è piaciuto molto, il suo dolore per la fine del matrimonio con il marito Claudio e per l’impossibilità di non avere figli hanno lasciato segni profondi nel suo cuore e nella sua anima. Eppure, contro ogni previsione scoprirà che l’amore, così come le parole, non sono andate perdute ma vivono ancora dentro di lei. Ho apprezzato il suo carattere vulnerabile ma caparbio.
Edda è una donna ormai anziana che ogni pomeriggio siede all’ombra di una betulla e accarezza il capo di una bambola a cui è molto legata. Attraverso il suo racconto apprendiamo la sua storia, quando era solo una giovane donna piena di sogni che si sono infranti nell’orrore di una guerra, che ha scoperto la gioia dell’amore e il dolore della perdita. Edda è una donna che ha sofferto molto e ha avuto una vita difficile e dolorosa. È stata amata e ha amato, forse, tuttavia, non è stato sufficiente. È la stessa Edda a raccontare la sua vita a Gioia, della promessa fatta alle sue tre grandi amiche e alla guerra che le ha portato via tanto, troppo. All’inizio la sua storia mi aveva molto coinvolta, ma più mi inoltravo nel suo passato, più sentivo il petto stringersi in una morsa e non sempre ho compreso fino in fondo il suo comportamento.
Manfredi e Angelo sono due uomini tanto diversi ma entrambi eccezionali, Angelo mi ha fatto una grande tenerezza, ha sempre amato Edda e ha provato a prendersi cura di lei e a proteggerla fino alla fine.
Edda pensò alle sue amiche del Forte, a Ludovica, Bianca e Clara. Rivolse loro un pensiero carico di affetto, intriso dalla speranza di rivederle, un giorno. Pensò ad Angelo, che era partito e non sapeva se l’avrebbe mai rivisto. Infine pensò a se stessa: non sapeva ancora quale fosse il suo posto, ma sapeva che voleva vivere.
Attraverso la narrazione in terza persona il lettore ha la possibilità di osservare da vicino la vita di entrambe le donne, questa particolarità mi è molto piaciuta. Tra presente e passato le vite di Gioia ed Edda prendono forma e si reinventano ognuna a modo loro.
Edda avrà la possibilità di riappacificarsi con quel passato che l’ha tanto ferita, mentre Gioia potrà osservare dentro il suo cuore e accorgersi che ancora niente è perduto per sempre, che c’è sempre speranza se si ascolta la voce del proprio cuore, perché nulla ci appartiene davvero, tranne l’amore. Grazie a Edda Gioia ritrova se stessa, ritrova anche l’amore.
La trama è molto originale e ben sviluppata, una volta iniziato a leggere non sono riuscita a staccarmi dal Kindle, tanta era la voglia di scoprire come sarebbe finito.
Lo stile di scrittura di Giulia Del Mas è attento, scorrevole, d’impatto. I dialoghi sono strutturati bene e arricchiscono moltissimo la trama. La narrazione ha un ritmo molto buono e tra presente e passato i capitoli corrono veloci.
Ho apprezzato il viaggio intrapreso da Gioia, il fatto che il passato di Edda possa fare del bene a un’altra persona e, il punto di forza del libro è la delicatezza con cui vengono trattati i vari argomenti e i sentimenti che restano sempre al centro della storia.
L’amore è un tacito protagonista che arricchisce la vita di chi lo prova, anche quando accadono cose dolorose e che tolgono il fiato.
Nel corso della lettura mi sono ritrovata più volte con le lacrime agli occhi, commossa per vicende narrate e quando sono arrivata alla fine del libro ho provato emozioni contrastanti, un misto tra turbamento e speranza. E il mio pensiero è volato ad Angelo, un personaggio che mi ha conquistato molto più di Edda o di Manfredi, un uomo che ha dato tutto alla donna che amava e che ha sempre amato.
Edda avrà la possibilità di riappacificarsi con quel passato che l’ha tanto ferita, mentre Gioia potrà osservare dentro il suo cuore e accorgersi che ancora niente è perduto per sempre, che c’è sempre speranza se si ascolta la voce del proprio cuore, perché nulla ci appartiene davvero, tranne l’amore. Grazie a Edda Gioia ritrova se stessa, ritrova anche l’amore.
La trama è molto originale e ben sviluppata, una volta iniziato a leggere non sono riuscita a staccarmi dal Kindle, tanta era la voglia di scoprire come sarebbe finito.
Lo stile di scrittura di Giulia Del Mas è attento, scorrevole, d’impatto. I dialoghi sono strutturati bene e arricchiscono moltissimo la trama. La narrazione ha un ritmo molto buono e tra presente e passato i capitoli corrono veloci.
Ho apprezzato il viaggio intrapreso da Gioia, il fatto che il passato di Edda possa fare del bene a un’altra persona e, il punto di forza del libro è la delicatezza con cui vengono trattati i vari argomenti e i sentimenti che restano sempre al centro della storia.
L’amore è un tacito protagonista che arricchisce la vita di chi lo prova, anche quando accadono cose dolorose e che tolgono il fiato.
Nel corso della lettura mi sono ritrovata più volte con le lacrime agli occhi, commossa per vicende narrate e quando sono arrivata alla fine del libro ho provato emozioni contrastanti, un misto tra turbamento e speranza. E il mio pensiero è volato ad Angelo, un personaggio che mi ha conquistato molto più di Edda o di Manfredi, un uomo che ha dato tutto alla donna che amava e che ha sempre amato.
Il cuore ha bisogno di tempo per guarire. Ha bisogno di silenzio. Lo sapeva Edda, ora lo sapeva anche lei. Alle fine rimane solo l’amore. Appoggiò la testa sulla sua spalla e gli prese la mano.
La creatrice di bambole è un libro emotivamente coinvolgente, capace di far provare molteplici emozioni. Una storia nella storia che tocca il cuore di chi lo legge, per questo motivo mi sento di consigliarlo, soprattutto se siete alla ricerca di una storia originale e molto intensa. Sono certa che non ne resterete delusi.
Buona lettura.
Buona lettura.
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