giovedì 30 giugno 2022

Blog/Review Tour: "Dark and Light" di Sabrina Pennacchio - Estratti primo volume


Bungiorno Booklovers.
Prosegue il Blog/Review Tour dedicato alla serie Urban Fantasy di Sabrina Pennacchio Dark and Light.
Tanti sono i momenti salienti dell’opera ma oggi vi lasceremo solo due estratti, accompagnati da alcune card, del primo romanzo della trilogia, intitolato Dark and Light - Amore impossibile.



Estratti primo volume



Estratto dal capitolo 26°:

Il vento le accarezzava dolcemente il viso e la sua voce la cullava. Intorno poteva percepire solo il piacevole fruscio delle onde e immaginava distrattamente il mare che s’increspava e si perdeva sulla riva. Ma per un assurdo motivo non sentiva freddo. Realizzò d’essere totalmente rilassata, perfettamente a suo agio. Lasciò che si prendesse cura di lei e della sua anima ancora per un po’: probabilmente era già caduta fra le braccia della Morte, inconsapevole di tutto, oppure s’era lasciata cullare da Morfeo troppo a lungo. Aprì lentamente gli occhi, ancora appesantiti dalle palpebre deboli, e s’accorse immediatamente d’ essere immobilizzata dai forti arti di qualcuno.
«Alex!» esclamò, improvvisamente euforica.
Si drizzò in avanti, riuscendo a mantenere una posizione decente, ma lui la sdraiò nuovamente e si mise a cavalcioni su di lei.
Isabel arrossì all’istante. In quel momento nemmeno il freddo invernale aveva importanza, tanto da non sentirlo quasi e non solo per il cappotto e gli abiti pesanti. Non aveva ancora recuperato del tutto la vista, ma le sembrò di vederlo sorridere in quel modo che lei amava tanto. Chiuse gli occhi, tentando di riprendere piano un minimo di lucidità, ma sentì il tocco delle labbra di Alex sulle sue che la baciavano in modo passionale.
Se era un sogno, era indubbiamente il sogno più bello e realistico che avesse mai vissuto. Si lasciò andare a quel bacio che divenne a poco a poco sempre più passionale, afferrando tra le mani la testa e il suo collo freddo, desiderosa di averlo tutto per sé. Il suo corpo si muoveva con quello di Alex e lo cercava impaziente: le sue mani le strinsero i fianchi, scoprendo una parte del suo ventre e si spostarono poi sulla cintura dei jeans, sganciandola con facilità. Fu in quel momento che lui si ritrasse. La osservò attentamente, accarezzandole il viso e incatenando i loro sguardi; aveva il respiro pesante, proprio come il suo: «Come ti senti?» chiese con un pizzico d’ironia.
«Oh, benissimo, adesso» gli rispose, mentre si perdeva nel buio dei suoi occhi corvini, profondi e brillanti allo stesso tempo, come il cielo stellato sopra di loro.


Estratto dal capitolo 29°:
«Sta lontana da me!»
«Alex, va tutto bene, te ne prego: possiamo farcela, insieme» cercò di sorridergli, seppur incerta, tenendo una mano protesa verso di lui per muoversi con cautela come si era soliti fare dinanzi ad un animale feroce «Non mi farai del male, lo so».
«Stavolta è diverso, Isabel!» le urlò ancora, tirandosi indietro per scendere dal letto addossandosi contro la parete opposta.
Lei deglutì quando si accorse che non stava esagerando ad intimarle di stargli alla larga: il suo aspetto era totalmente quello di una bestia assetata di sangue e quasi non si terrorizzò nel vedere i suoi denti sporgere dalle labbra aperte e le unghie lunghe come artigli affilati.
«Va’ via, Isabel, ti prego, non voglio farti del male» un suono gutturale uscì dalle sue labbra mentre si costringeva a parlarle, mostrando chiaramente quanto fosse difficile per lui non attaccarla e staccarle la testa a morsi, se fosse stato necessario.
Isabel era confusa, avrebbe voluto agire nel modo giusto, fare qualsiasi cosa per salvarlo da quella situazione che lo avrebbe portato a morte certa per mano dei licantropi, se fosse tornato ad uccidere. Poi un’idea le balenò nel cervello e la spinse ad osare: «Alex, prendi il mio sangue» lui sussultò nel sentirle dire un’assurdità simile «Dopo penseremo al da farsi, intanto pensa a nutrirti».
«Potrei ucciderti, in questo stato: sei impazzita o cosa?» eppure lei non si lasciò intimidire da quella che in effetti era una probabile realtà dei fatti «Non importa, per salvarti sono disposta a dartelo anche tutto, il mio sangue, se necessario».
«Non sono io a rischiare qualcosa, in questo momento, lo comprendi o no? Smettila di fare la stupida!» ancora una volta le urlò contro, trattenendo il passo che aveva appena fatto verso di lei, conficcandosi le unghie in un braccio pur di fermarsi.
«Alex!» nel vederlo sanguinare, il corpo non riuscì a muovere un solo muscolo. Era davvero con una sua fuga che doveva finire? Forse era troppo testarda e si stava comportando da stupida e da immatura, ma non poteva permettere che le cose non si sistemassero in qualche modo, seppur almeno per il momento. Si voltò verso il comodino e nel notare un tagliacarte, si avvicinò dolorante per il colpo che la schiena aveva dato contro il muro e si protese a prenderlo per puntarselo alla gola.
Alex trasalì: «Che vuoi fare, sciocca?»
«Se non prendi il mio sangue con le buone, ti costringerò a farlo con le cattive»


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