Buongiorno Booklovers.
In questo post vi parlo del romanzo storico di Catherine Hubback intitolato La sorella minore II, pubblicato da Vintage Editore.
In questo post vi parlo del romanzo storico di Catherine Hubback intitolato La sorella minore II, pubblicato da Vintage Editore.
Se siete curiosi, potete trovare qui la mia tappa del Blog Tour organizzato da Cassandra e Alessandra del blog Libri: Sulle ali dell’immaginazione, in cui vi parlo della famiglia e dei legami familiari.
Il libro La sorella minore è stato pubblicato per la prima nel 1850, l’autrice, Catherine Hubback, nipote di Jane Austen. L’opera originale era divisa in tre volumi e Vintage Editori ha deciso di rispettare tale divisione.
Ringrazio Vintage Editore per la copia del romanzo in omaggio.
Titolo: La sorella minore II
Autore: Catherine Hubback
Editore: Vintage Editore
Traduttore: Maria Elena Salvatore
Illustratore: Moreno Paissan
Genere: Historical Romance
Collana: Old Vintage
Pagine: 245
Formato: e-book e cartaceo
Prezzo e-book: 5,99 €
Prezzo cartaceo: 15,00 €
Data di uscita: 30 agosto 2022
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited (link di acquisto nel titolo)
Autore: Catherine Hubback
Editore: Vintage Editore
Traduttore: Maria Elena Salvatore
Illustratore: Moreno Paissan
Genere: Historical Romance
Collana: Old Vintage
Pagine: 245
Formato: e-book e cartaceo
Prezzo e-book: 5,99 €
Prezzo cartaceo: 15,00 €
Data di uscita: 30 agosto 2022
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited (link di acquisto nel titolo)
Voto: ⭐⭐⭐⭐
Trama:
Anche nel secondo volume di questa storia sarà la morte di un personaggio a rimescolare le carte e definire la sorte degli altri. La morte del vecchio Mr Watson, infatti, oltre a spezzare il cuore dei propri cari, porterà inevitabilmente a rivoluzionare il destino già incerto dei figli, in particolare quello delle quattro figlie ancora senza marito. Con la morte del padre, Emma rivive lo stesso dolore della perdita dell’amato zio e ne subisce le identiche drammatiche conseguenze. Ancora una volta tutto è destinato a cambiare e di nuovo nulla può essere certo per una fanciulla in età da marito che non è disposta a cedere al dovere e che reclama la propria indipendenza.
In una società rinomata per le proprie rigide e insindacabili regole, però, potrà mai una giovane donna decidere del proprio destino con uno spirito d’indipendenza completamente sconosciuto all'universo femminile del tempo?
Recensione
Il libro La sorella minore di Catherine Hubback è l’ipotetica conclusione del romanzo I Watson iniziato e mai concluso da Jane Austen. Sebbene la Hubback non abbia mai letto la bozza originale scritta dalla zia, ha cercato di portarla a termine ugualmente.
Le avventura di Emma continuano in questo secondo volume.
Nel precedente libro abbiamo imparato a conoscere la protagonista e la sua nuova vita nella casa paterna dove si è dovuta trasferire dopo la morta dello zio con cui era cresciuta.
Abbiamo lasciato Emma alle prese con i primi tumulti del cuore, la presenza rassicurante di Mr. Edward Howard e l’amicizia con la famiglia Osborne.
La vita di Emma procede abbastanza tranquilla fino a quando le condizioni di salute del padre gravemente malato peggiorano all’improvviso ed Emma e le sue sorelle si trovano improvvisamente orfane.
La vita della giovane subisce un repentino cambiamento e si ritrova a vivere nell’incertezza, la stessa che aveva dovuto affrontare alla morte dell’amato zio.
Emma e le sue sorelle, infatti, sono costrette a trasferirsi a Croydon nella casa del fratello maggiore Robert, che le accoglie in casa propria non senza rammarico.
Per Emma si apre un nuovo capitolo della sua vita, non solo è costretta a lasciare la famiglia Osborne con il rischio di non rivedere più nemmeno Mr. Howard, ma dovrà anche adattarsi alla vita in una nuova famiglia e ad avere a che fare con Jane, la moglie di Robert.
Nel precedente libro abbiamo imparato a conoscere la protagonista e la sua nuova vita nella casa paterna dove si è dovuta trasferire dopo la morta dello zio con cui era cresciuta.
Abbiamo lasciato Emma alle prese con i primi tumulti del cuore, la presenza rassicurante di Mr. Edward Howard e l’amicizia con la famiglia Osborne.
La vita di Emma procede abbastanza tranquilla fino a quando le condizioni di salute del padre gravemente malato peggiorano all’improvviso ed Emma e le sue sorelle si trovano improvvisamente orfane.
La vita della giovane subisce un repentino cambiamento e si ritrova a vivere nell’incertezza, la stessa che aveva dovuto affrontare alla morte dell’amato zio.
Emma e le sue sorelle, infatti, sono costrette a trasferirsi a Croydon nella casa del fratello maggiore Robert, che le accoglie in casa propria non senza rammarico.
Per Emma si apre un nuovo capitolo della sua vita, non solo è costretta a lasciare la famiglia Osborne con il rischio di non rivedere più nemmeno Mr. Howard, ma dovrà anche adattarsi alla vita in una nuova famiglia e ad avere a che fare con Jane, la moglie di Robert.
Stava imparando a vedere la vita, i suoi doveri e le sue prove sotto una nuova luce: aveva scoperto che la sofferenza, non era una circostanza accidentale, come una malattia passeggera, da curare e dimenticare al più presto, ma era la condizione della vita stessa, la pace era l’eccezione, e lei aveva già goduto della sua parte. Da quel momento in poi avrebbe dovuto guardare avanti verso prove e resistenze, lottare, come milioni di persone avevano fatto prima di lei, e imparare a trarre soddisfazione non dalla circostanze ma dal temperamento della mente.
Se per il primo volume – la mia recensione qui – Catherine Hubback aveva preso l’opera della zia Jane Austen per poi contestualizzarla e ampliarla, il secondo libro nasce completamente dalla fantasia della stessa Hubback e questo aspetto mi ha molto intrigato.
Ci sono diversi fattori interessanti, primo fra tutti l’autrice ci fa conoscere gli ultimi due fratelli di Emma. Il libro si apre, infatti, con l’arrivo a casa di Penelope, un personaggio molto particolare e un po’ fuori dagli schemi dal mio punto di vista. Inoltre, dopo la morte del padre, Emma consce anche Sam il fratello minore con cui instaura immediatamente una certa affinità.
Il secondo elemento importante è il trasferimento di Emma, Margaret ed Elizabeth a casa di Robert alla morte del padre. Emma è costretta, ancora una volta, a rimettere ogni cosa in discussione, a lasciare il certo per l’incerto, a iniziare una nuova vita e ad affrontare nuove sfide.
Il trasferimento a Croydon non è semplice, non solo perché Robert è poco felice di doversi occupare delle sue sorelle, ma soprattutto perché Jane, la moglie di Robert, si comporta in modo pessimo nei confronti di Emma. A colpirmi, ancora una volta, è stato il comportamento di Emma, il suo modo di affrontare le difficoltà e quel suo cercare di trarre il meglio da tutto quello che la circonda. Provo moltissima stima per la protagonista e il suo modo di fare, adoro come riesca sempre a adattarsi a qualsiasi situazione, il suo non piangersi mai addosso e il cercare di fare sempre la cosa giusta.
Se nel primo libro abbiamo imparato a conoscere meglio Elizabeth, la sorella maggiore, in questo l’attenzione si sposta maggiormente su Margaret e sul suo modo di agire che, spesso, mi ha lasciato insofferente nei suoi confronti. Elizabeth si conferma un personaggio molto dolce, attento e sempre pronto a supportare la giovane Emma, lo stesso discorso non vale per Margaret che, al contrario, mi è sembrata fin troppo frivola e superficiale. Sono molto affascinata dalla famiglia Watson ed è stato molto bello conoscere tutti i suoi membri. Spero che il terzo libro si addentri ancora più in profondità nelle dinamiche familiari tra Emma e i suoi fratelli.
Ci sono diversi fattori interessanti, primo fra tutti l’autrice ci fa conoscere gli ultimi due fratelli di Emma. Il libro si apre, infatti, con l’arrivo a casa di Penelope, un personaggio molto particolare e un po’ fuori dagli schemi dal mio punto di vista. Inoltre, dopo la morte del padre, Emma consce anche Sam il fratello minore con cui instaura immediatamente una certa affinità.
Il secondo elemento importante è il trasferimento di Emma, Margaret ed Elizabeth a casa di Robert alla morte del padre. Emma è costretta, ancora una volta, a rimettere ogni cosa in discussione, a lasciare il certo per l’incerto, a iniziare una nuova vita e ad affrontare nuove sfide.
Il trasferimento a Croydon non è semplice, non solo perché Robert è poco felice di doversi occupare delle sue sorelle, ma soprattutto perché Jane, la moglie di Robert, si comporta in modo pessimo nei confronti di Emma. A colpirmi, ancora una volta, è stato il comportamento di Emma, il suo modo di affrontare le difficoltà e quel suo cercare di trarre il meglio da tutto quello che la circonda. Provo moltissima stima per la protagonista e il suo modo di fare, adoro come riesca sempre a adattarsi a qualsiasi situazione, il suo non piangersi mai addosso e il cercare di fare sempre la cosa giusta.
Se nel primo libro abbiamo imparato a conoscere meglio Elizabeth, la sorella maggiore, in questo l’attenzione si sposta maggiormente su Margaret e sul suo modo di agire che, spesso, mi ha lasciato insofferente nei suoi confronti. Elizabeth si conferma un personaggio molto dolce, attento e sempre pronto a supportare la giovane Emma, lo stesso discorso non vale per Margaret che, al contrario, mi è sembrata fin troppo frivola e superficiale. Sono molto affascinata dalla famiglia Watson ed è stato molto bello conoscere tutti i suoi membri. Spero che il terzo libro si addentri ancora più in profondità nelle dinamiche familiari tra Emma e i suoi fratelli.
Aveva trovato un amico in suo fratello. Il legame più caro, il meno egoista, il più simile a lei nei legami familiari: figli degli stessi genitori che condividevano le stesse paure, gli stessi dolori. Da quel momento furono gettate le basi di un affetto che aggiunse tantissimo alla sua felicità. Sentimenti fino ad allora sconosciuti nel suo cuore furono improvvisamente risvegliati e gli effetti che quasi inconsciamente erano stati bramosi di sussistenza, avendo ora trovato un alimento per nutrirli e soddisfarli, crebbero rapidamente in forza e bellezza.
I personaggi secondari sono moltissimi ed è innegabile che Catherine Hubback sia molto brava a caratterizzare i personaggi e a dare loro un certo spessore, anche quelli che compaiono in modo più sporadico. Tuttavia, secondo il mio punto di vista, il fulcro del romanzo sono i rapporti. In questo secondo volume l’autrice si concentra moltissimo nella descrizione dei rapporti che Emma stabilisce con i vari personaggi. La famiglia e le sue dinamiche hanno un ruolo centrale e grande risalto viene dato alla condizione della donna nubile che, di fatto, non può agire come meglio crede ma deve seguire certe regole, soprattutto quelle non scritte che potrebbero pregiudicare la sua reputazione in modo irreparabile.
Potete ben immaginare che le cose per Emma siano tutt’altro che semplici, soprattutto perché dovrà anche prendere delle decisioni difficili che non riguardano solo lei ma che coinvolgono anche altre persone.
In questo libro il rapporto che Emma aveva sviluppato con Mr. Howard è un po’ messo da parte date le circostanze e spero che nel terzo volume le cose prendano una piega ben precisa.
Lo stile di scrittura di Catherine Hubback è tipico del suo tempo; tuttavia, mi piace il suo modo di scrivere ed è innegabile che sia stato fatto un grandissimo lavoro di traduzione e di adattamento da parte della casa editrice. La penna di Catherine Hubback è precisa, meticolosa, ironica, attenta. In parte è riuscita a richiamare la pungente ironia tipica di Jane Austen dandogli, come giusto che fosse, un’impronta molto personale che mi è piaciuta e mi ha convinto.
La trama si sviluppa con un buon ritmo, forse sono un po’ mancati i dialoghi vivaci che mi avevano colpito nel primo volume, lo scambio costante di vedute da parte di Emma ed Edward, ma l’ironia di Emma e la sua sagacia restano una costante e ho apprezzato moltissimo vedere che il suo spirito non è stato scalfito dalle difficoltà.
Ancora una volta il libro si interrompe sul più bello e se certe situazioni hanno trovato una loro fine, altre restano ancora aperte e non vedo l’ora di leggere l’ultima parte per scoprire quale sarà il destino di Emma e della sua famiglia.
Potete ben immaginare che le cose per Emma siano tutt’altro che semplici, soprattutto perché dovrà anche prendere delle decisioni difficili che non riguardano solo lei ma che coinvolgono anche altre persone.
In questo libro il rapporto che Emma aveva sviluppato con Mr. Howard è un po’ messo da parte date le circostanze e spero che nel terzo volume le cose prendano una piega ben precisa.
Lo stile di scrittura di Catherine Hubback è tipico del suo tempo; tuttavia, mi piace il suo modo di scrivere ed è innegabile che sia stato fatto un grandissimo lavoro di traduzione e di adattamento da parte della casa editrice. La penna di Catherine Hubback è precisa, meticolosa, ironica, attenta. In parte è riuscita a richiamare la pungente ironia tipica di Jane Austen dandogli, come giusto che fosse, un’impronta molto personale che mi è piaciuta e mi ha convinto.
La trama si sviluppa con un buon ritmo, forse sono un po’ mancati i dialoghi vivaci che mi avevano colpito nel primo volume, lo scambio costante di vedute da parte di Emma ed Edward, ma l’ironia di Emma e la sua sagacia restano una costante e ho apprezzato moltissimo vedere che il suo spirito non è stato scalfito dalle difficoltà.
Ancora una volta il libro si interrompe sul più bello e se certe situazioni hanno trovato una loro fine, altre restano ancora aperte e non vedo l’ora di leggere l’ultima parte per scoprire quale sarà il destino di Emma e della sua famiglia.
Erano lì, ferme, e sembravano non sapere cosa fare, quando una voce all’orecchio di Emma la fece trasalire e le fece scorrere tutto il sangue nelle vene. L’individuo su cui i suoi pensieri erano fissati, colui la cui presenza e attenzione la facevano sentire più a suo agio: Mr Howard, in breve, era accanto a lei.
Consiglio La sorella minore II a tutte le amanti del genere storico e a chi sia alla ricerca di una storia avvincente, attenta e ricca di peculiarità.
Ringrazio ancora una volta Vintage Editore per aver portato in Italia questa opera e per dare risalto e lustro a un genere che amo alla follia.
Buona lettura.
Buona lettura.
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