mercoledì 14 settembre 2022

Blog Tour: “La sorella minore II” di Catherine Hubback

Buongiorno Booklovers.
Oggi il blog partecipa al Blog Tour dedicato al romanzo di Catherine Hubback intitolato La sorella minore II, pubblicato da Vintage Editore.


Il romanzo La sorella minore è stato pubblicato per la prima nel 1850, l’opera è divisa in tre volumi ed è stata scritta da Catherine Hubback, nipote di Jane Austen.
Tra le opere incompiute di Jane Austen figura anche il romanzo “I Watson” e la nipote Catherine, sebbene non abbia mai letto la bozza originale scritta dalla zia, ha cercato di portarla a termine.
In questa tappa vi parlerò della famiglia e dei legami familiari.
L’evento durerà per tre settimane e in fondo al post, come sempre, troverete tutte le tappe del BT e i nomi dei blog che vi hanno preso parte.


Titolo: La sorella minore II
Autore: Catherine Hubback
Editore: Vintage Editore
Traduttore: Maria Elena Salvatore
Illustratore: Moreno Paissan
Genere: Historical Romance
Collana: Old Vintage
Pagine: 245
Formato: e-book e cartaceo
Prezzo e-book: 5,99 €
Prezzo cartaceo: 15,00 €
Data di uscita: 30 agosto 2022
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited (link di acquisto nel titolo)


Trama:


Anche nel secondo volume di questa storia sarà la morte di un personaggio a rimescolare le carte e definire la sorte degli altri. La morte del vecchio Mr Watson, infatti, oltre a spezzare il cuore dei propri cari, porterà inevitabilmente a rivoluzionare il destino già incerto dei figli, in particolare quello delle quattro figlie ancora senza marito. Con la morte del padre, Emma rivive lo stesso dolore della perdita dell’amato zio e ne subisce le identiche drammatiche conseguenze. Ancora una volta tutto è destinato a cambiare e di nuovo nulla può essere certo per una fanciulla in età da marito che non è disposta a cedere al dovere e che reclama la propria indipendenza.
In una società rinomata per le proprie rigide e insindacabili regole, però, potrà mai una giovane donna decidere del proprio destino con uno spirito d’indipendenza completamente sconosciuto all'universo femminile del tempo?



La famiglia e i legami familiari


Dove eravamo rimasti?

La protagonista del romanzo è Emma Watson, la figlia minore di Mr. Watson, un ecclesiastico rimasto vedevo e con sei figli a carico, due maschi e quattro femmine.
Dopo la prematura morte della signora Watson, la piccola Emma è stata cresciuta dagli zii facoltosi, vivendo una vita molto diversa dai suoi fratelli e dalle sue sorelle. Inoltre, è anche la più istruita e più raffinata.
Alla morte dell’amato zio, però, Emma è costretta a tornare a vivere a Winston. La zia, infatti, ha deciso di risposarsi e per lei non ci sono alternative se non tornare a vivere con le sorelle e il padre gravemente malato. Emma, in realtà, quasi non conosce la sua stessa famiglia, anche se ne conserva un buon ricordo.
Conosce poi Margaret e Robert, il fratello maggiore. Nel corso del primo libro assistiamo al suo tentativo di integrarsi in una famiglia che, di fatto, non conosce, e a uno stile di vita e una mentalità molto diversa dalle sue.

La ritroviamo adesso ben integrata nella sua famiglia, il rapporto con il padre si è approfondito ed Emma si prende cura di lui con molta dedizione e attenzione. Ha inoltre una cerchia di amici rispettabili e la presenza di Mr. Howard le rende la vita più gioiosa.
All’inizio di questo secondo volume facciamo anche la conoscenza di Penelope e, ancora una volta, assistiamo al modo sempre molto pacato e coscienzioso con cui Emma cerca di instaurare un rapporto positivo con lei. Conoscerà anche Sam suo fratello minore e con lui instaura immediatamente un bellissimo rapporto di grande affinità.

Aveva trovato un amico in suo fratello. Il legame più caro, il meno egoista, il più simile a lei nei legami familiari: figli degli stessi genitori che condividevano le stesse paure, gli stessi dolori. Da quel momento furono gettate le basi di un affetto che aggiunse tantissimo alla sua felicità. Sentimenti fino ad allora sconosciuti nel suo cuore furono improvvisamente risvegliati e gli effetti che quasi inconsciamente erano stati bramosi di sussistenza, avendo ora trovato un alimento per nutrirli e soddisfarli, crebbero rapidamente in forza e bellezza.

Le famiglie in epoca Regency erano spesso numerose, soprattutto quando i matrimoni erano frutto dell’amore. Tutte le figlie femmine nascevano come proprietà del pater familias, per divenire poi proprietà dell’uomo che le avrebbe sposate. Ovviamente, il matrimonio era sempre un atto combinato. La donna non aveva alcun tipo di diritto, non poteva disporre liberamente nemmeno di denaro o di beni mobili e immobili. Qualora la futura sposa possedesse qualsiasi tipo di bene, inoltre, questo passava sotto la stretta amministrazione della famiglia d’origine o del marito.
Il XIX secolo, rispetto alle epoche precedenti, vide alcuni significativi mutamenti all’interno delle strutture familiari. All’interno del nucleo familiare la donna era ancora sottomessa al marito, che rimase il garante e l’amministratore dell'unione coniugale, fondamento su cui si basava la società.
Ma il XIX secolo, fu anche il secolo in cui la crescente industrializzazione, su grande scala, portò le donne sul mercato della forza lavoro, cosa del tutto innovativa.

Ma torniamo al libro: la morte di Mr. Watson padre getta l’intera famiglia nell’incertezza, in particolare il destino delle quattro figlie ancora senza marito. Emma rivive lo stesso dolore della perdita dell’amato zio e ne subisce le identiche conseguenze. Ancora una volta tutto è destinato a cambiare e di nuovo nulla può essere certo per una fanciulla in età da marito che non è disposta a cedere al dovere e che reclama la propria indipendenza.
Nel sistema di eredità in epoca Regency, nelle famiglie nobiliari il patrimonio veniva quasi per intero ereditato dal primogenito maschio: tutti i beni legati al titolo si spostavano in blocco all’erede del titolo stesso. I padri potevano, però, assegnare agli altri figli appannaggi e dovevano provvedere alle figlie femmine una dote adeguata.
Nelle famiglie non titolate, i beni venivano divisi fra i figli a meno che non ci fossero legati particolari.
Nel caso di Emma, alla morte del padre le sorelle passano sotto la responsabilità del figlio maggiore, quindi Robert, che le accoglie in casa propria non senza rammarico. Elizabeth, Margaret ed Emma si trasferiscono quindi a Croydon. L’unica eccezione riguarda Penelope che, in quanto promessa sposa, non segue lo stesso destino delle sue sorelle.
Per Emma si apre un nuovo capitolo della sua vita, non solo è costretta a lasciare la famiglia Osborne con il rischio di non rivedere più nemmeno Mr. Howard, ma dovrà anche adattarsi alla vita in una nuova famiglia e ad avere a che fare con Jane, la moglie di Robert.

In questo libro i legami familiari hanno un ruolo centrale, nel corso della storia assistiamo alle diverse dinamiche familiari, non solo della famiglia Watson, e come il destino della donna non sposato non fosse solo incerto, ma anche complicato e ricco di insidie. Insidie che la stessa Emma vive sulla propria pelle quando si trasferisce a casa di Robert.
Quelle parole risuonarono nelle orecchie di Emma raschiando via ogni sentimento dal proprio cuore affettuoso. Era mai possibile che suo fratello non solo pensasse a loro in quella luce, ma che potesse essere in grado di esprimere quei sentimenti con tale tranquillità? Che non solo fosse privo di affetto, ma che venisse meno persino il desiderio di sembrare ospitale, gentile o generoso?

Del resto, le donne dell’Ottocento hanno avuto un ruolo marginale nella società, godevano di pochi e limitati diritti. Spesso non potevano scegliere chi sposare, né disporre liberamente di denaro o di beni mobili e immobili. Anche nel caso una donna fosse stata proprietaria di numerosi beni, questi erano sempre sotto la stretta amministrazione della famiglia d’origine o del marito.
La donna, quindi, non era un soggetto autonomo, il padre ed in seguito il marito, erano responsabili legalmente per lei e ad entrambi doveva onore e obbedienza. Padre e marito facevano da filtro fra lei e la dura realtà del mondo esterno. Il dovere di un padre era di provvedere alla figlia fino al momento del matrimonio, quando sarebbe stato poi il marito a controllare i suoi figli, la sua residenza ed i suo modo di vita.
La famiglia era considerata la base della società, una micro-rappresentazione della Nazione. Il mantenimento dell’unità familiare, nell'Ottocento, era infatti percepito come un problema di ordine pubblico.
Nonostante una maggiore attività extra-casalinga delle donne, quindi, i ruoli domestici non mutarono radicalmente, fino alla metà del XX secolo. In casa, le mansioni erano sempre nettamente divise, ed era la moglie ad occuparsi dell'economia domestica, e dell'educazione dei figli.

Avrei ancora tanto da dire sulla famiglia Watson e sul destino di Emma, purtroppo non posso farlo per non rovinarvi la lettura.
Spero di essere riuscita a stimolare un po’ la vostra curiosità; sono molto contenta di aver letto La sorella minore II, e del libro vi parlerò in modo più dettagliato alla fine del Blog Tour quando posterò la mia recensione.
Prima di salutarvi vi lascio il banner con le date e gli argomenti del Blog Tour e i link delle prime due tappe:
Sulle ali dell’immaginazione: “Blake, Wells o Willis?”
The Mad Otter: “Le migliori citazioni del romanzo”.










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